Dalla traduzione alla corrispondenza: tu o Lei? E vous?

È una questione dibattuta: come rivolgersi al cliente? Come tradurre “you” o “vous” in italiano?

Perché se la nostra lingua ci aiuta a fare una distinzione precisa tra il Lei di cortesia, tu e voi (inteso al plurale, eh! Perché Voi di cortesia è un retaggio letterario, ma anche meridionale e del fascismo), l’inglese e il francese mantengono una certa ambiguità… eppure non è un dilemma irrisolvibile.

Vous per la Francia!

La chiamavano Madame Lippolis. 😀

Proprio così, un cliente francese mi chiama “Signora Lippolis”. Questo appellativo mi metteva un po’ a disagio soprattutto all’inizio, perché “signora” non mi piace neppure in italiano. Ma è una questione di abitudine e il Lei di cortesia, che in francese corrisponde a vous, è la forma più diffusa.

I clienti francesi mi danno del vous. Sempre. Anche se collaboriamo da qualche anno, ci sentiamo diverse volte alla settimana e nelle email che scriviamo ci chiamiamo per nome.
Questa forma di cortesia reciproca è tipica dei francesi. Ci si dà del tu molto raramente in ambito professionale, perché tu è riservato a qualcuno che conosci bene, ad amici, parenti e familiari.

Non si tratta di freddezza o di stabilire una distanza invalicabile: è una grande forma di rispetto nei confronti dell’interlocutore.

Un esempio tratto dalla mail di una cliente:

Bonjour Raffaella,
Plaisir partagé ! Je suis ravie de travailler avec vous !

Con i clienti inglesi e americani c’è una maggiore confidenza: ci chiamiamo per nome, lo stile e i saluti sono più informali. Ciò avviene anche con interlocutori di altre nazionalità, come un Project Manager spagnolo con cui ho una corrispondenza in inglese.

E invece gli italiani?
Prevale il tu, sia nel caso dei clienti che conosco di persona sia nella corrispondenza con clienti a centinaia di chilometri di distanza e che non ho mai incontrato. Ma ci sono delle eccezioni, soprattutto legate all’età, come nel caso della titolare di un’agenzia di traduzioni italiana che mi dà del Lei: ovviamente anch’io uso questa forma di cortesia, vista la differenza d’età.

La traduzione dal francese

Quando traduco dal francese, vous è la forma più utilizzata nel testo di partenza. Ma in italiano può essere tradotto con voi (seconda persona plurale), Lei e tu.

Come si fa a scegliere?
Dipende dal contesto – come per qualsiasi cosa nella traduzione! – e dalle preferenze di ciascun cliente. Per evitare di sbagliare e utilizzare uno stile improprio, sarebbe meglio avere un file in cui specificare le preferenze di ognuno. 😉

E tu? Quale registro usi con i tuoi clienti o collaboratori?
One Comment

    Andrea Chersi

    Il voi italiano usato per tradurre il vous francese è senz’altro retaggio letterario, meridionale e fascista, ma a volte è molto più leggero, scorrevole, meno legnoso e distanziante del lei. Il quale lei in una conversazione rapida e vivace magari con una donna presente crea parecchi equivoci. Mi pare. E per divertirci guardiamo un po’ come viene tradotto oggi nei libri dal francese. A me il voi non dispiace e finché la lingua scritta rimarrà ben distante da quella parlata, potrebbe essere usato senza peccare. Io non sono né meridionale né letterato né fascista.

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