Alcuni spunti dopo La Giornata del Traduttore

Il 20 ottobre ho partecipato al convegno La Giornata del Traduttore nella splendida Pisa. Una delle cose più belle che ho portato a casa è la gioia di aver conosciuto di persona traduttori e traduttrici con cui ho interagito virtualmente in questi anni. Perché confrontarsi e relazionarsi dal vivo è un’esperienza di altro livello.

La giornata di formazione è stata stimolante anche dal punto di vista dei contenuti. Il tema di questa edizione: “Riscrivere il futuro: traduzione e scrittura specialistica nelle professionalità emergenti”. Il convegno ha sottolineato l’importanza del traduttore professionista nella scrittura di testi specialistici, che vengono adattati a un contesto culturale, a un mezzo specifico o una nicchia di lettori.

Oltre agli interventi dedicati alle reti neurali artificiali, ai colori che racchiudono mille significati e alle traduzioni ottimizzate in ottica SEO grazie a un lavoro oculato sui motori di ricerca, il convegno ha dedicato ampio spazio alla traduzione e all’editing di testi giornalistici con Alberto Notarbartolo, Vicedirettore di Internazionale.

A differenza del linguaggio pomposo e retorico molto diffuso, quest’ultimo consiglia di prediligere termini semplici, il che non significa appiattire il testo, bensì evitare di dare per scontato che il lettore sappia di cosa stiamo parlando.

Basta ammiccamenti al lettore

Apro una parentesi su una tendenza ormai diffusa un po’ ovunque, dalle testate giornalistiche ai contenuti di blog e articoli di settore. Si utilizza spesso un tono molto amichevole, sfoderando per forza un tocco di ironia.

Ma gli ammiccamenti al lettore, l’ironia forzata e i testi scritti in modo irriverente non vanno bene per tutti. Dipende dal lettore (ad esempio, è un sessantenne o un millennial?), dal mezzo, dal settore e da tanti altri fattori che influenzano la scelta del tono di voce e dello stile.

Niente spiegoni, ma occorre chiarezza

gdtradInoltre l’approccio consigliato è utile anche nel lavoro di un professionista. Non è detto che un potenziale cliente che cerca un traduttore professionista sappia cosa sia la transcreation, invece può essere proprio il servizio che sta cercando.

A proposito: la transcreation è la traduzione creativa di un testo adattato alla cultura locale, per trasmettere il concetto in un contesto socio-culturale diverso conservando la forza e l’impatto emotivo del messaggio originale. La transcreation riguarda ad esempio gli slogan ed è utilizzata nelle campagne pubblicitarie.

Oppure pensa ai termini tecnici utilizzati in ambito fiscale. Il tuo commercialista è chiaro quando comunica con te oppure ti perdi nel suo linguaggio tecnico?

Il dentista, l’avvocato… insomma, i professionisti che non interagiscono con i colleghi, bensì con i clienti, devono utilizzare un linguaggio chiaro e preciso. (Hai fatto caso al verbo che hai appena letto? Ho scritto “interagiscono” e non “interfacciano”, un verbo che riempie la bocca di molti ma che significa semplicemente “comunicare”).

Quindi è meglio evitare termini ambigui, anglicismi inutili o peggio, l’inglese farlocco, e puntare alla chiarezza e alla precisione.

Del resto il fine della comunicazione è lo scambio tra più interlocutori, orale o per iscritto: non è un monologo, bensì un processo interattivo.

Che ne pensi?

 (Credits: La foto in apertura è di Angela Stelli)