L’età dell’innocenza… del traduttore

Questa non è la storia del traduttore che da bambino amava giocare con le parole e sfogliare i libri colorati invece di dilettarsi con bambole e giocattoli.
Mi riferisco invece all’età dell’innocenza del traduttore, cioè quel periodo in cui l’aspirante giovane traduttore pensa al suo avvenire guardandolo con un incanto dovuto all’inesperienza.

Le ingenuità del traduttore sono soprattutto tipiche della sua giovinezza, di quei momenti in cui inizia a maturare in lui il desiderio di lavorare come traduttore professionista.

Confesso che anni fa ero animata dalla velleità della traduzione letteraria. Immagino che più o meno tutti i traduttori abbiano desiderato – magari anche per poco tempo – di tradurre per la letteratura. Poi invece il percorso professionale intrapreso è nettamente estraneo all’editoria.

Nel corso del tempo mi è capitato di leggere e sentire alcune affermazioni che mi hanno fatto sorridere, perché spesso l’aspirante traduttore guarda al futuro con quell’ottimismo e una certa visione semplicistica che nasce proprio dall’innocenza di un progetto non ancora bel delineato.

Ecco alcune manifestazioni dell’età dell’innocenza del traduttore:
  1. Voglio tradurre per attori e registi famosi come fa Olga Fernando.
    (Poi l’aspirante traduttore si rende conto che in questo caso non si tratta di lavorare come traduttore, bensì come interprete.)
  2. Da grande voglio tradurre romanzi. Diventerò un traduttore letterario!
  3. Amo il cinema e le serie tv, quindi mi dedicherò alla traduzione professionale di sottotitoli.

La lista delle ingenuità tipiche del periodo in cui inizia a germogliare il desiderio di lavorare come traduttore è certamente lunga.

Ti riconosci in una di queste affermazioni?
Cosa aggiungeresti in base alla tua esperienza?