Una traduttrice introversa

Sai che il 2 gennaio è la Giornata Mondiale degli Introversi?

Come traduttrice professionista e persona introversa, ho sempre ritenuto che la mia natura introspettiva fosse un aspetto rilevante della mia predilezione per la traduzione.

Sono portata per la riflessione, quindi soppeso con cura le parole quando traduco, mentre un interprete deve avere la prontezza di trovare la soluzione migliore in una manciata di secondi. La cura è un requisito imprescindibile sia per il traduttore che per l’interprete, però il primo ha il privilegio del tempo maggiore a sua disposizione.

Non è detto che il binomio traduttore introverso sia una regola, però nel mio caso è la realtà.

Preferisco stare dietro le quinte con il mio lavoro di traduttrice, a differenza dell’interprete che è sotto i riflettori.
Prediligo la mia scrivania a un lavoro d’ufficio circondata da altre persone, chiacchiericci, interruzioni e telefoni che squillano.

Le interruzioni non mancano anche quando si lavora da casa – così come gli imprevisti – però con la libera professione e la vita da freelance sono io al comando, sono io a dovermi motivare e agire sempre con autodisciplina.

Mi piace lavorare da sola e in autonomia, in un ambiente tranquillo. Macino parole al computer, interagisco con i clienti per lo più tramite email, talvolta al telefono o in videoriunione.

Naturalmente apprezzo il contatto umano perché, come diceva Aristotele, l’uomo è un animale sociale. E, quando ne ho la possibilità, vado a trovare i miei clienti.

Del resto, non disdegno situazioni aggreganti né la socialità, però ammetto di essere molto selettiva. Invece di circondarmi di persone con cui parlare del nulla, preferisco la compagnia di persone con cui avere conversazioni profonde. Mi piace la leggerezza, non la superficialità. La qualità, non la quantità.

Mi sento una persona più ricca dopo un’esperienza o una conversazione piacevole che mi lascia qualcosa.

Ammetto che alcuni aspetti della mia riservatezza si presentano come limiti sul piano personale e professionale, come parlare in pubblico e uscire dalla zona di comfort.

So bene che queste parole non corrispondono necessariamente al tuo modo di fare e di essere o possono persino suscitare la tua avversione. Ma è proprio questo il bello. La nostra diversità.

Queste mie preferenze rispecchiano la mia natura introversa. Bisogna però evitare di cadere nella trappola comune che consiste nel confondere introversione e timidezza.

In effetti, non sono timida. Se non avessi lo spirito d’iniziativa, non avrei mai scelto di lavorare in proprio come traduttrice freelance. Perché occorre rimboccarsi le maniche, ricercare, contattare, proporre e negoziare in questa professione, e non lasciare che le cose accadano crogiolandosi nell’attesa. Si tratta di agire, non di subire.

La perseveranza è per me imprescindibile, mentre non so cosa sia la procrastinazione.
L’intraprendenza può andare di pari passo con l’introversione. Come traduttrice introversa, non sono espansiva, però sono intraprendente.

Tu sei una persona introversa o estroversa? Senti di poter esprimere questo aspetto nel tuo lavoro?