Caro freelance, smettila di lamentarti!

In Italia c’è una tendenza radicata difficile da estirpare: la continua propensione al lamento. E in un Paese in cui piangersi addosso e dare la colpa agli altri è una triste abitudine, purtroppo la categoria dei freelance non fa eccezione.

Se sei un freelance, in genere ti confronti con due tipi di reazioni da parte degli altri: o ti guardano con una certa confusione oppure con una vera e propria commiserazione.
E le osservazioni sono sempre le stesse: poveraccio, ma chi te lo fa fare, la Partita Iva è il male, non c’è lavoro, come fai a stare a casa tutto il giorno, datti da fare e trovati un lavoro vero…

Sorvoliamo sul punto di vista della società nei confronti dei freelance e andiamo al punto della questione: il tuo atteggiamento.

Lavorando come freelance, è inevitabile misurarsi con numerosi ostacoli che possono sembrare insormontabili se non vengono affrontati con la giusta motivazione.

Ma a che serve continuare a lamentarsi su ogni aspetto della vita da freelance?

Ti faccio alcuni esempi di situazioni ricorrenti.

Troppo lavoro
In alcuni periodi il lavoro da fare è tanto. Quindi ti lamenti. Nottate in bianco per rispettare le scadenze dei progetti, fine settimana intensi di lavoro, zero tempo libero, vacanze che diventano un’illusione.
Ricorda però che sei tu che hai accettato il lavoro. Hai dato la tua disponibilità al cliente e non è stato qualcun altro a decidere al tuo posto, giusto?
E allora cerca di migliorare la tua gestione del tempo invece di sprecare energie nel lamentarti del troppo lavoro. Se sei un traduttore freelance che deve consegnare una traduzione di decine di migliaia di parole in due giorni, potresti ad esempio dividere il lavoro con un altro traduttore (se è possibile), invece di autocommiserarti.

Poco lavoro
E poi c’è la situazione opposta. Le richieste di preventivi non arrivano, il telefono non squilla, i clienti non ti cercano. Quindi ti lamenti.
E tu? Che cosa stai facendo per trovare potenziali clienti? Perché stai facendo qualcosa oltre a lamentarti, vero?

Le tasse da pagare
Se c’è una cosa stabile nella vita del freelance, si tratta delle scadenze fiscali. E le tasse hanno un peso notevole sul reddito complessivo. Quindi ti lamenti.
Questa situazione gravosa riguarda soprattutto la questione contributiva dei freelance iscritti alla Gestione Separata, la cui aliquota dovrebbe superare il 30% nel 2017. E purtroppo non puoi fare più di tanto per arginare questa pressione, ma spero che avevi già un’idea piuttosto chiara della situazione quando hai deciso di aprire la Partita Iva.

Il ritardo nei pagamenti
Hai emesso e consegnato le fatture ai clienti, che però ritardano nei pagamenti anche se hai lavorato come un matto per rispettare le scadenze richieste. Eppure il bonifico per saldare la fattura tarda ad arrivare. Quindi ti lamenti.
Invece di sfogare la frustrazione sulla tua bacheca di Facebook, spendi due minuti per inviare un sollecito di pagamento al cliente: un’email, una telefonata, una lettera sottoscritta da un avvocato. Cerca di insistere!

Ti capisco, talvolta ti lamenti delle difficoltà riscontrate nella vita da freelance semplicemente per sfogarti. Però ricorda che sei stato tu a scegliere questa professione, nessuno ti ha obbligato.

Il freelance è una figura dinamica che decide di essere pienamente responsabile del proprio destino.

Se hai tempo per lamentarti, hai tempo per cambiare ciò di cui ti lamenti.
A.J. D’Angelo

2 Comments

    Angela F.

    Grazie Raffaella per questo post.
    Non ho ancora aperto la P.IVA, ma la situazione che hai descritto è molto simile a quella che ho vissuto da gennaio in poi. E ho molta paura di non avere abbastanza agenzie di traduzione/lavoro costante per poter aprire la P.IVA (ho 38 anni, a novembre 39) e sostenere quel rischio.
    Nel frattempo a settembre ripartirò alla ricerca di un lavoro part-time fuori casa; la solitudine e la mancanza di confronto vero con colleghi e superiori accanto a me non mi fa stare bene (nonostante ci siano le mail e skype).
    Chissà se riesco a trovare qualcosa, magari utilizzando l’iscrizione alla gestione separata INPS che mi aveva fatto il datore di lavoro nel 2002 per un breve lavoro di segretaria-contabile a Milano…
    Buona continuazione.

      Raffaella Lippolis

      Ciao Angela, hai ragione, il rischio è sempre dietro l’angolo.
      La cosa importante è avere le idee chiare e a me sembra che tu sappia molto bene cosa vuoi e cosa non vuoi. Quindi si tratta di un punto di partenza che puoi associare all’esperienza maturata negli anni. 😉
      Nel frattempo ti faccio un grandissimo in bocca al lupo per la tua ricerca e faccio il tifo per te! 🙂

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