10 anni di lavoro come traduttrice

Il 2024 è un anno ricco di mutamenti sul piano personale e professionale.
In questo post mi limito a condividere la mia esperienza, lungi da me ampliare il discorso a tutte le questioni geopolitiche e ambientali che stiamo vivendo.
Il 2024 è l’anno in cui festeggio 10 anni di Partita Iva: 10 anni di lavoro come traduttrice freelance.

Ho aperto la Partita Iva come libera professionista nell’estate del 2014 e, nel corso di questi anni, il mio settore è cambiato molto soprattutto con l’evoluzione tecnologica che ha investito molte industrie, non soltanto la traduzione.

I progressi della tecnologia sono sotto gli occhi di tutti, ma è anche vero che accompagnano la nostra vita praticamente da sempre.

Del resto, l’ultima volta che ho tradotto con carta e penna, senza usare un computer e con il solo ausilio di dizionari cartacei risale ai tempi dell’università.

Il mondo del lavoro era ben diverso già quando ho cominciato: uso sistematico del pc, risorse, glossari e dizionari online, strumenti di traduzione assistita ovvero, nel mio caso, SDL Trados Studio, MemoQ, XTM Workbench e Memsource. Ancora oggi occorre sottolineare ai non addetti ai lavori che questi strumenti non sono traduttori automatici.

A tal proposito, impossibile sorvolare sul fatto che i progressi della traduzione automatica e l’avvento dell’IA hanno determinato un mutamento enorme nel mio settore, con relativo abbattimento dei costi, proliferazione di contenuti e violazione di copyright sistematica.

In occasione della Giornata Mondiale della Traduzione, quest’anno la FIT sottolinea che la traduzione è un’arte da proteggere. La parola chiave è proprio questa: arte.

La traduzione ha necessariamente a che fare con un approccio artigianale, non può prescindere dalla creatività umana. Chi sostiene il contrario e decide di rinunciare al professionista della parola per tradurre contenuti e pagare cifre irrisorie è qualcuno che si accontenta, che opta per l’approccio “purché si capisca”, con risultati raffazzonati che non tengono conto di sfumature e sensibilità culturale.

Chi ha a cuore la comunicazione sceglierà sempre un professionista umano o, perlomeno, l’intervento umano sul testo che garantisce la qualità.

Se ci fosse un errore, da un banale refuso a una grave incongruenza nel testo di partenza, il traduttore umano lo sottolineerebbe al cliente. Se ci fossero passaggi ambigui, il traduttore umano farebbe domande al cliente, chiederebbe chiarimenti.
Una soluzione automatizzata converte e basta.

Settori creativi come il marketing e il turismo hanno bisogno del traduttore umano per giochi di parole, rime, tono di voce e tanti altri aspetti. Non si tratta solo di correttezza e coerenza terminologica, ossia gli elementi più evidenti agli occhi dei clienti.

Assumeresti un farmaco dopo aver letto il foglietto illustrativo tradotto da una macchina e non da un traduttore specializzato nel settore medico?
Firmeresti un contratto le cui clausole sono state interamente tradotte in modo automatizzato e non da un traduttore esperto in ambito giuridico?
Affideresti i dati sensibili del bilancio finanziario della tua azienda all’intelligenza artificiale che li userà per autoaddestrare il suo motore?

Guardando indietro

Non lo nascondo. Le incognite del mio settore sono tante. Ma lo sono sempre state.

Se mi guardo indietro, in questi dieci anni di lavoro come traduttrice non sono mancati alti e bassi: enormi flussi di lavoro alternati a giorni miseri, stress prolungato con effetti sul benessere psicofisico, una pandemia, i pregiudizi sulla Partita Iva per ottenere un appartamento in affitto.

Ci sono stati ritardi nei pagamenti o clienti a cui ho rinunciato perché le tariffe e i ricavi erano troppo bassi per garantirmi uno stile di vita sostenibile. Ma ci sono anche clienti a cui sono molto legata per la collaborazione pluriennale e proficua oppure per i marchi prestigiosi per cui traduco.

Sono una professionista che non si ferma per una o due settimane di vacanza, dato che ciò corrisponderebbe a non fatturare e non guadagnare.

Però il mio lavoro mi dà anche la possibilità di prendermi cura dei miei familiari e del mio cane senza dover chiedere permessi speciali o ferie, i mezzi per sponsorizzare un evento culturale a me caro, il privilegio di partire per un weekend o per un paio di giorni durante la settimana per assistere a uno spettacolo teatrale o un concerto a centinaia di chilometri di distanza, riuscendo a conciliare i tempi di svago e di lavoro.

Non ho la tredicesima né la quattordicesima, ma ho il mio equilibrio. Ho realizzato un sogno personale che accarezzavo da tempo e che ha visto la pubblicazione proprio quest’anno, che non è uno degli anni più belli per quanto mi riguarda.

E guardando avanti?

Mi auguro di continuare a fare questo lavoro. Come ho scritto in passato, il traduttore vive nel futuro grazie ai contenuti a cui lavora nella vita quotidiana. Però fare una retrospettiva è più facile rispetto a proiettarsi nell’avvenire.

Perché il futuro è una nebulosa. Non per i traduttori, ma per tutti noi.
La cosa essenziale è non perdere di vista queste parole scritte sul blog qualche anno fa:

Conterai sempre sull’amore per il tuo lavoro, per la traduzione, una certezza incrollabile che ti prenderà per mano e ti accompagnerà a compiere il prossimo passo verso il futuro.

Si può tradurre un testo che contrasta con i propri valori?

Il traduttore professionista è un lavoratore autonomo che talvolta può misurarsi con testi dal contenuto scomodo.
Quando si traduce, occorre mettere da parte la propria personalità per essere al servizio del testo e usare il tono di voce, la terminologia e lo stile richiesti dalla committenza.

Però a volte si può lavorare a un progetto che contrasta con i propri valori.

Ad esempio, qualche mese fa ho tradotto un breve saggio di un artista che compie atti estremi e che divide l’opinione pubblica con la sua arte che sconfina con la politica. Spesso ricorre all’autolesionismo rivendicando il diritto alla libertà di espressione e denunciando gli abusi politici.

Prima di essere una traduttrice, sono una persona, quindi non nascondo che quel progetto di traduzione mi ha scosso. Posso non condividere le modalità, gli strumenti e le scelte dell’artista, però ne comprendo la visione, in particolare il suo rifiuto del conformismo e dell’ipocrisia di massa.
Ed è questo che mi ha convinto ad accettare il progetto e a tradurre il suo saggio in italiano.

Però in quell’occasione ho riflettuto sul limite che c’è tra il proprio lavoro e i propri valori. Talvolta questi ultimi sono l’esatto opposto del contenuto di un progetto di lavoro. In questi casi il rifiuto di un incarico è inevitabile.

Ad esempio, un traduttore vegetariano o vegano non accetterà di tradurre un disciplinare sul processo produttivo della carne bovina.

Come libera professionista, sono libera di accettare o rifiutare progetti di traduzione per vari motivi, i più comuni dei quali sono i seguenti. In genere rifiuto un incarico di traduzione se:

  • il settore non è di mia competenza
  • le lingue di lavoro sono diverse dalle mie combinazioni linguistiche
  • le tariffe o il budget del cliente sono al di sotto dei miei standard
  • la mia agenda è già piena di altri progetti e non sono disponibile
  • nutro diffidenza nei confronti di un potenziale cliente

Mi piace sottolineare che la parola lavori è l’anagramma della parola valori, quindi c’è una sorta di commistione tra le due cose, che a mio parere dovrebbero convivere il più possibile.

So che non accetterò mai di tradurre contenuti che promuovono la misoginia, il razzismo, la pornografia, il gioco d’azzardo, non solo perché tutto ciò contrasta con il mio sistema di valori, ma anche perché tradurre significa trascorrere delle ore su un testo che diventa parte del proprio bagaglio personale e per un altro motivo essenziale: la traduzione contribuisce alla diffusione di un messaggio, di valori e culture.

Tu lavoreresti a un progetto che contrasta con i tuoi valori?

Un ponte verso i tuoi obiettivi oltre le distese conosciute

Stai attraversando una strada stretta tra i boschi.

Non c’è nessuno lì con te.

Sai bene in che direzione vuoi andare. Percorri l’unico itinerario possibile, non ci sono percorsi brevi o alternativi per raggiungere la tua meta.

Troverai un orizzonte di mille possibilità: tante altre strade che conducono in luoghi inesplorati, ricchi di opportunità e di persone da conoscere. Occasioni da cogliere soltanto raggiungendo questa destinazione, e non nei luoghi che conosci già che hanno limitato il tuo mondo fino a questo momento.

All’improvviso capisci che per raggiungere la meta dovrai affrontare un ostacolo che sembra insormontabile. Ti fermi ed esiti: davanti a te la strada è interrotta, ma in cuor tuo lo sapevi già.

Aspetta un secondo, osserva meglio. E quel ponticello?

Qualcuno lo sta costruendo per superare il corso d’acqua. Ti aiuterà ad attraversarlo, traghettandoti verso la sponda davanti a te.

Quella persona è lì per aiutarti. Senza di lei non potresti andare oltre e proseguire verso la strada che diventerà più ampia e si diramerà in altre vie da esplorare.

Quella persona conosce il corso d’acqua ed è là per facilitare il tuo percorso. Gli ultimi ritocchi e il piccolo ponte è pronto.

All’inizio esiti. Vorresti contare soltanto sulle tue forze, magari tornare sui tuoi passi. Rinunciare?

Senti un senso di vuoto soltanto all’idea di abbandonare l’impresa.

Anche se tornassi indietro, non saresti più la persona che eri prima di affrontare questo percorso. Ti ha cambiato.

Non ti accontenti più di un campo limitato, vuoi esplorare altri panorami. E potrai farlo soltanto con l’aiuto di quel costruttore di ponti.

Decidi di fidarti.

Pensavi fosse instabile, ma mentre lo attraversi ti rendi conto che il ponte è saldo e sicuro, non hai paura di cadere.

Quella persona sorride e ha fiducia in te.

Ti allontani sempre di più e alla fine eccoti, ce l’hai fatta. Hai attraversato il ponte e sei dall’altra parte.

I colori sembrano più vividi, c’è una luce che non avevi mai visto prima. Guarda quante strade lì davanti a te.

Proseguire è una sfida, certo, il rischio è sempre dietro l’angolo.

Ma grazie a quel ponte che non è crollato hai così tante opportunità fra cui scegliere.

Ora sì che comincia l’avventura.

Questa storia è una metafora

Una metafora che descrive l’impatto del lavoro del traduttore sul mondo.

Il mio lavoro di traduttrice freelance è proprio questo: costruire ponti linguistici per farti raggiungere orizzonti inesplorati. Nuove prospettive e opportunità ti attendono andando oltre lo scenario che ti è familiare, quello della tua lingua e della tua cultura.

Non sapevi dove ti avrebbe condotto questa storia. Prova a rileggerla con la consapevolezza della metafora.

Ho voluto omaggiare così la Giornata Mondiale della Traduzione. 🙂

Quando la traduzione migliora la vita di tutti

Noi traduttori siamo tanti, ma ognuno sceglie di tradurre qualcosa di diverso. Tale scelta si basa su un motivo ben preciso.

Qualche esempio?

Un percorso formativo o un’esperienza professionale in un ambito particolare: un avvocato può diventare un traduttore specializzato in traduzioni legali.

Oppure la scelta è guidata da un fattore pratico: il traduttore sceglie un settore di specializzazione molto redditizio.
In genere, il traduttore professionista si specializza in determinati settori seguendo le sue passioni.

E poi c’è chi va oltre: professionisti che hanno lavorato molto sulla propria identità e raggiunto una consapevolezza che li ha portati a scegliere di mettere i valori in cui credono al servizio della traduzione.

Proprio così: la traduzione contribuisce alla diffusione di uno stile di vita sano, consapevole e più sostenibile.
In occasione della Giornata Mondiale della Traduzione, vorrei presentarti due traduttrici professioniste che dimostrano i valori in cui credono con il loro lavoro quotidiano: Eleonora Angelici e Kristel Klein.

Queste traduttrici freelance non sono semplicemente specializzate in determinati settori, come gran parte dei professionisti, bensì in nicchie di mercato.

I loro percorsi professionali riflettono percorsi personali e cause importanti in cui credono fermamente.

Benvenuta sul mio blog!
Ci racconti di cosa ti occupi come traduttrice? Quali sono le tue combinazioni linguistiche?

Eleonora: Ciao Raffaella, è un onore essere tua ospite! Io svolgo traduzioni da inglese e tedesco in italiano. Nonostante sia traduttrice freelance ormai da quasi 4 anni, da pochi mesi ho creato Healthy Words, la mia attività specializzata in traduzioni per la salute e il benessere. Quando dico benessere non intendo tanto le classiche traduzioni medico-farmaceutiche (che invece sono un mercato più ampio), quanto tutti quei progetti che hanno come obiettivo di fondo il benessere fisico e mentale di chi leggerà le traduzioni: testi per il turismo wellness, l’alimentazione sana, la salute mentale…

Kristel: Ciao Raffaella e ciao a tutti i lettori! Innanzitutto ci tengo a ringraziarti per il tuo invito, che ho ricevuto con molto piacere. La mia attività di traduttrice freelance comprende i servizi di traduzione, localizzazione e sottotitolaggio dallo spagnolo, dall’inglese e dal francese verso l’italiano (la mia madrelingua, nonostante il nome ingannevole). Nello specifico, propongo i miei servizi linguistici a coloro che desiderano promuovere un progetto o un prodotto sostenibile presso un pubblico di lingua e cultura italiana.

Perché hai scelto la nicchia di mercato in cui lavori attualmente? Come sei arrivata a costruire questa identità professionale nell’ambito della traduzione?

Eleonora: Quando ho iniziato a lavorare come traduttrice non avevo idea che avrei finito per scegliere questa nicchia. Nei primi due o tre anni di attività come freelance ho lavorato in tanti ambiti diversi, perché ritenevo giusto avere delle basi in più campi. Poi nel 2018 ho iniziato, quasi per caso, un corso di 8 settimane di mindfulness per la riduzione dello stress (qualsiasi collega potrà confermare che fare il traduttore non è una passeggiata!): questo ha letteralmente cambiato il mio modo di vivere e di percepire me stessa e gli altri.

Una volta sperimentati i benefici della meditazione e della presenza mentale, è difficile tornare indietro. Così nei mesi successivi ho continuato le pratiche e approfondito i meccanismi alla base della mindfulness. Un giorno è arrivata l’illuminazione: è un ambito in cui adorerei lavorare e che mi rappresenta, perché io mi faccio sempre in quattro per il bene degli altri. Perché non specializzarmi in quello? Non so come non me ne sono resa conto prima. 🙂

Kristel: Fin da quando ho iniziato la mia professione nell’ambito della traduzione, pensavo che mi sarebbe piaciuto specializzarmi nel settore ambientale. Nel frattempo qualche anno è passato e per un motivo o per un altro mi sono trovata a tradurre cose del tutto diverse, dal turismo al settore del lusso, passando però anche per il commercio equo e solidale e la natura grazie alla collaborazione con due meravigliosi festival cinematografici italiani.

Negli ultimi anni ho iniziato a notare in me un cambiamento nel modo di concepire la vita e una maggiore consapevolezza in generale. Mi sono come “svegliata” e da allora ho la sensazione di vedere il mondo intorno a me con altri occhi. Ho iniziato a informarmi in maniera più approfondita su temi quali la decrescita e sulle alternative ecologiche e sostenibili cui possiamo ricorrere per sostituire molti prodotti nocivi che usiamo quotidianamente: detersivi, detergenti, cosmetici, cibi industriali ultra-trasformati, ecc.

Se ci fermiamo a pensare, quanti di noi leggono l’INCI dei cosmetici o le etichette alimentari, oppure riflettono sul fatto che quando facciamo le pulizie di casa stiamo respirando veri e propri veleni? Per non parlare dell’impatto ambientale di tali prodotti!

Per amore verso me stessa e verso il pianeta, ho cambiato diverse abitudini passando a uno stile di vita più sano, consapevole ed ecologico, cercando di ridurre i miei rifiuti e di sensibilizzare il prossimo alla questione trasmettendo quanto appreso personalmente. Ma non era abbastanza. Sentivo il bisogno di trovare la stessa motivazione anche nella sfera professionale e di far coincidere la mia attività lavorativa con i miei principi e valori. È così che ha iniziato a prendere forma la mia nuova identità professionale, con la quale mi auspico di contribuire maggiormente alle cause che mi stanno a cuore, appoggiandomi non solo sulle mie piccole azioni quotidiane, ma anche su preziose collaborazioni nell’ambito della sostenibilità.

traduzione

A quali tipi di clienti rivolgi i tuoi servizi linguistici? Collabori con agenzie di traduzione oppure prediligi i clienti diretti?

Eleonora: Devo ammettere che, per cominciare, è molto più facile proporsi alle agenzie e così ho fatto in questi anni. Inutile dire, però, che più aumentano l’esperienza, le competenze e la maturità professionale, più l’obiettivo si sposta sui clienti diretti. Sento che solo così potrei fare la differenza! In presenza di un intermediario non riuscirei mai a conoscere davvero il cliente, né a curarne con costanza e uniformità le comunicazioni.

In più, la mia idea di traduttore non è essere semplicemente “persona che scambia file originali per file tradotti via email”. Voglio impiegare anche le mie competenze di marketing e comunicazione, oltre che i miei servizi linguistici. Per non parlare dell’utilità dell’interazione diretta con il cliente: la sensibilità e l’empatia sono tanto importanti quanto la conoscenza dell’inglese e del tedesco. Almeno per l’idea di professionista che ho e che voglio essere.

Kristel: Offro i miei servizi linguistici sia ad agenzie di traduzione che a clienti diretti, con una preferenza per questi ultimi per diversi motivi: collaborare con il cliente finale permette non solo di stabilire una comunicazione più immediata e di creare una dimensione più umana, ma genera anche un maggiore coinvolgimento con il progetto a cui sto lavorando. Infatti, cosa c’è di più motivante di collaborare con clienti che condividono i tuoi stessi valori?

Se un cliente ti propone un progetto che mette in discussione i valori che hai a cuore, te ne occuperesti comunque?

Eleonora: No. Io sono sempre stata un’idealista e la reputo una mia forza, anche se a volte questo mi porta a prendere posizioni che altri reputano ‘estreme’. Ma se ho scelto di fare la traduttrice nell’ambito del benessere è per trasmettere messaggi positivi ed educativi, non certo il contrario. Andrebbe contro tutto ciò in cui credo.

Kristel: Devo dire che non mi sono ancora trovata davanti a questo tipo di situazione. Se un giorno dovesse succedere, però, rifiuterei sicuramente di occuparmi di un progetto che va contro i miei valori. Semplicemente non avrebbe senso perché significherebbe sminuire l’impegno che dedico alla sostenibilità e vanificare il lavoro e gli sforzi fatti finora. Senza contare il fatto che non mi sentirei in pace con me stessa.

D’altro canto, esistono progetti che non sono del tutto allineati con i miei valori, ma che non considero nemmeno particolarmente inconciliabili con la mia visione. Per fare un esempio, negli ultimi anni ho avuto modo di specializzarmi nel settore dell’alta orologeria. Parliamo quindi del mondo del lusso, e sebbene personalmente non mi ci identifichi per nulla, in questo caso considero l’orologeria tradizionale una vera e propria arte che, unita a un preziosissimo savoir-faire artigianale, è in grado di produrre segnatempo di altissima qualità e precisione, nonché di una durata sorprendente.

In che modo cerchi di sensibilizzare gli altri alla missione in cui credi e che valorizzi nel tuo lavoro di traduttrice?

Eleonora: La mindfulness mi ha insegnato soprattutto l’ascolto e l’accettazione. Nel quotidiano, ogni volta che mi trovo davanti qualcuno in difficoltà, cerco di indirizzarlo verso questi atteggiamenti e di farlo riflettere su ciò che sta accadendo nel suo intimo, insomma: ascoltarsi. Come ho scritto anche nel mio sito, nella vita ci insegnano tante cose, ma poco spesso ad ascoltare noi stessi e mostrarci comprensione. Anzi, quasi sempre – vale anche per me – siamo noi stessi i nostri giudici più aspri.

Un altro modo è quello di aderire a iniziative e progetti su base volontaria: io cerco di contribuire con le mie competenze professionali oppure con altre capacità. Ad esempio, spero di ricevere buone notizie da un’organizzazione no profit che ho contattato di recente per un progetto pilota sulla salute mentale degli studenti universitari. Incrocia le dita per me!

Un’altra forma di influenza che questa epoca ci offre è quella sui social. Sono ben lungi dall’essere un’influencer, ma posto il più possibile contenuti su come migliorare il proprio benessere fisico e mentale, da una corretta alimentazione alla gestione dello stress, perché credo realmente nell’importanza di messaggi del genere. Insomma: se sono così fortunata da avere l’attenzione di qualcuno, voglio farne buon uso.

Kristel: Nella società attuale in cui moltissime persone conducono una vita “con il pilota automatico”, senza riflettere sull’impatto delle proprie azioni quotidiane, l’opera di sensibilizzazione al tema della sostenibilità acquisisce una fondamentale importanza. Per quanto mi riguarda, cerco di farlo condividendo – sia con le persone a me più vicine che con un pubblico più vasto attraverso i social network –, le informazioni che ho raccolto sull’argomento e mostrando in che modo io stessa cerco di ridurre il mio impatto sull’ambiente: riduzione dei rifiuti, uno stile di vita sano e rispettoso della natura, acquisti da fonti etiche e sostenibili, ecc.

Penso sia molto importante piantare un seme nella mente del prossimo. In molti casi prima o poi germoglierà. In altri non lo farà. Se c’è una cosa che sto imparando, non senza fatica, è che ogni persona ha i propri tempi per aprirsi a nuove idee, e che forzare non porta a grandi risultati. D’altronde, il miglior cambiamento avviene quando nasce dalla volontà propria di ognuno.

Confesso che spesso mi sono sentita impotente davanti ad attitudini di chiusura o critiche. Ora, invece, sebbene mi capiti ancora, sento che se con le mie azioni riesco a sensibilizzare anche solo una persona, ho già raggiunto un traguardo che può potenzialmente portarne altri.

Non dobbiamo dimenticare, infine, che affinché le cose cambino davvero a un livello soddisfacente per salvare il pianeta, il movimento deve prodursi sì dal basso, quindi dalle nostre azioni quotidiane in modo da cambiare la domanda, ma anche e forse soprattutto dall’alto delle sfere politiche e produttive. Spero vivamente che il forte movimento ambientalista rappresentato dai giovani di oggi riesca a farsi ascoltare in questo senso e a far spostare l’interesse delle grandi lobby dal potere e dal denaro verso la protezione del nostro pianeta.

Giornata Mondiale della Traduzione: a te la parola!

Oggi è la Giornata Mondiale della Traduzione. Per celebrare l’occasione, ho preparato un questionario per traduttori con alcune domande dedicate alla nostra professione. Anche se siamo professionisti che rimangono dietro le quinte della comunicazione, penso che sia giusto ricordare – almeno oggi! – che il nostro contributo lascia un segno nel mondo.

Le risposte alle domande del questionario sono decisamente ricche di spunti, come leggerai qui di seguito.
Grazie di cuore alle colleghe che hanno partecipato! Il contributo di ciascuna di voi è un’ispirazione perché, malgrado le difficoltà e alcuni disagi tipici della professione, la traduzione è libertà: consente a tutti di varcare confini altrimenti invalicabili.

Ecco i contributi delle traduttrici che hanno compilato il questionario.

Debora Serrentino

Le tue combinazioni linguistiche: Inglese > Italiano
La tua parola preferita (in italiano o in un’altra lingua di lavoro): Filologia, che è stata anche la mia specializzazione all’università.
Perché ami tradurre? Per due motivi: ho sempre sognato di farmi pagare per leggere. Inoltre amo le parole: l’origine, la storia, lo sviluppo, come cambia l’uso nel tempo.
Cosa non ti piace della tua professione? Per ora il non piacere si limita ad alcune specializzazioni (ad es. la finanziaria) per il resto il mio lavoro mi piace davvero.
“Traduco, ergo sumus” (Traduco, dunque siamo). Per te cosa significa? La traduzione unisce le persone nello spazio e nel tempo.
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Giuseppina De Vita

Le tue combinazioni linguistiche: Spagnolo > Italiano, Francese > Italiano
La tua parola preferita (in italiano o in un’altra lingua di lavoro): Comunicazione.
Perché ami tradurre? Perché ritengo che la traduzione sia metafora della costruzione di ponti che uniscono le terre, perché solo tramite essi la cultura diventa “universalmente usufruibile”. Partecipare a queste costruzioni tra le infinite Babeli odierne mi gratifica e appassiona, ecco perché amo il mio lavoro!
Cosa non ti piace della tua professione? Le deadline sempre troppo vicine!
“Traduco, ergo sumus” (Traduco, dunque siamo). Per te cosa significa? Traduco, dunque mi sento parte integrante della trasmissione culturale. Traduco, dunque mi sento viva. Traduco, dunque mi sento semplicemente me stessa. Traduco, ergo cogito, ergo sum.

Anna Gallo

Le tue combinazioni linguistiche: Inglese > Italiano, Francese > Italiano
La tua parola preferita (in italiano o in un’altra lingua di lavoro): Transcultural.
Perché ami tradurre? È sempre una sfida riuscire a trasportare un testo da source a target… e anche se le perdite nella traduzione sono inevitabili, è soddisfacente e gratificante, poi, aver superato gli ostacoli giungendo al testo di arrivo.
Cosa non ti piace della tua professione? Il poco tempo a disposizione, a volte, per rivedere bene il lavoro!
“Traduco, ergo sumus” (Traduco, dunque siamo). Per te cosa significa? Avere un testo a disposizione nella propria lingua è un aiuto immenso. Quindi anche se la perdita di qualcosa è inevitabile nella traduzione, i traduttori sono un po’ dei traghettatori, conducono le persone in un nuovo mondo, assaporando un’altra cultura, rendendola più vicina.

Francesca Felici

Le tue combinazioni linguistiche: Portoghese brasiliano > Italiano, Inglese > Italiano
La tua parola preferita (in italiano o in un’altra lingua di lavoro): Saudade.
Perché ami tradurre? Perché ogni traduzione è un mondo da scoprire che amplia i miei orizzonti.
Cosa non ti piace della tua professione? Tradurre testi mal scritti (purtroppo mi capita frequentemente).
“Traduco, ergo sumus” (Traduco, dunque siamo). Per te cosa significa? Il lavoro del traduttore è essenziale per la comunicazione, il confronto delle opinioni e lo sviluppo delle idee.
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Marta Scultz

Le tue combinazioni linguistiche: Inglese > Italiano, Spagnolo > Italiano
La tua parola preferita (in italiano o in un’altra lingua di lavoro): Serendipity.
Perché ami tradurre? Vorrei dire che amo tradurre per aiutare gli altri a capire un testo scritto in una lingua diversa, ma in realtà è perché mi piace da morire il lavoro di ricerca per la parola giusta al posto giusto.
Cosa non ti piace della tua professione? Cosa pensano di questa professione chi non è del settore.
“Traduco, ergo sumus” (Traduco, dunque siamo). Per te cosa significa? Per me tradurre è una forma d’arte, un modo per esprimere chi sono.
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Francesca Manicardi

Le tue combinazioni linguistiche: Inglese, Tedesco, Francese > Italiano
La tua parola preferita (in italiano o in un’altra lingua di lavoro): Wanderluster.
Perché ami tradurre? Mi piace analizzare i termini stranieri e fare ricerca per il corrispondente italiano più appropriato. Mi piace l’idea di poter aprire a chi non conosce le mie lingue di lavoro un mondo nuovo.
Cosa non ti piace della tua professione? Il fatto che spesso è bistrattata, non ben definita, regolamentata e conosciuta e che tra i colleghi ci sia poco spirito di condivisione e collaborazione.
“Traduco, ergo sumus” (Traduco, dunque siamo). Per te cosa significa? Le lingue sono l’espressione delle rispettive culture e traducendo si fanno conoscere alle persone che non le sanno nuovi modi di vivere, pensare, percepire la realtà.
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Patrizia Galletti

Le tue combinazioni linguistiche: Inglese > Italiano, Francese > Italiano, Spagnolo > Italiano
La tua parola preferita (in italiano o in un’altra lingua di lavoro): Piropo.
Perché ami tradurre? Perché vivo mille vite, vedo mille mondi.
Cosa non ti piace della tua professione? La solitudine.
“Traduco, ergo sumus” (Traduco, dunque siamo). Per te cosa significa? Siamo liberi di varcare i confini.

Chiara Bartolozzi

Le tue combinazioni linguistiche: Inglese > Italiano, Spagnolo > Italiano, Cinese > Italiano
La tua parola preferita (in italiano o in un’altra lingua di lavoro): Al momento sono fissata con “ELYSIAN”.
Perché ami tradurre? Perché tradurre mi permette di vedere la stessa cosa da due (o più) prospettive diverse. Come l’attore che sale sul palco, interpreti un ruolo. Devi entrare nell’ottica del testo che hai davanti. C’è la sfida di essere in grado di comprenderlo nella sua interezza, per come è stato pensato e redatto e riportarlo in un’altra lingua (solitamente la tua, ma nel caso di traduzioni attive è bello anche mettersi alla prova pensando e producendo in una lingua diversa dalla propria).
Cosa non ti piace della tua professione? La lotta continua per guadagnare credibilità. Le cose stanno migliorando, ma ancora fatichiamo per farci valutare nel modo giusto e per avere una tutela adeguata. Ci sono molti settori dove ancora si fa fatica a far capire l’importanza che ha l’avvalersi di un professionista che si occupi della traduzione (di testi, materiale vario, cataloghi, siti, ecc.) e di tutto il lavoro più o meno direttamente collegato a una lingua straniera.
“Traduco, ergo sumus” (Traduco, dunque siamo). Per te cosa significa? Che siamo tutti interconnessi. La traduzione ci permette di essere chi siamo ed essere compresi anche all’esterno. Il pensiero di uno – messo per iscritto – diventa il pensiero di molti (esagerando potrei azzardare un “di tutti”) ed è messo a disposizione della comunità.
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Elisa Copetti

Le tue combinazioni linguistiche: Croato, Serbo, Bosniaco > Italiano
La tua parola preferita (in italiano o in un’altra lingua di lavoro): Utočište.
Perché ami tradurre? Perché mi piace ricreare atmosfere.
Cosa non ti piace della tua professione? Il non guadagno.
“Traduco, ergo sumus” (Traduco, dunque siamo). Per te cosa significa? Molteplicità, differenza, comunità.
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Giuseppina Franich

Le tue combinazioni linguistiche: Inglese > Italiano
La tua parola preferita (in italiano o in un’altra lingua di lavoro): Lettura.
Perché ami tradurre? Perché amo leggere e talvolta si ha l’impressione di ricreare, collaborare alla stesura di un testo.
Cosa non ti piace della tua professione? Bisogna essere competitivi e io non lo sono.
“Traduco, ergo sumus” (Traduco, dunque siamo). Per te cosa significa? Dare un significato al proprio lavoro che contribuisce alla diffusione e conoscenza dei testi – in breve, alla cultura.

Clara Giampietro

Le tue combinazioni linguistiche: Inglese, Spagnolo, Russo > Italiano
La tua parola preferita (in italiano o in un’altra lingua di lavoro): Mare.
Perché ami tradurre? Traduco perché amo le parole. Traduco perché amo la mia lingua, l’italiano. Traduco perché la traduzione è parte di me, come il colore dei miei occhi. Traduco perché la traduzione mi fa sentire libera. Traduco per capire come funzionano le cose. Traduco per restituire un po’ di quello che ho imparato e che continuo a imparare.
Cosa non ti piace della tua professione? Seppure nell’ambito dei miei settori di specializzazione, preferisco variare il tipo di testi e argomenti da tradurre. Non amo molto quando mi capita di tradurre le stesse cose ripetutamente.
“Traduco, ergo sumus” (Traduco, dunque siamo). Per te cosa significa? Si è sempre tradotto e si tradurrà sempre. Libri, film, telefoni, dispositivi, automobili, macchinari, documenti, app, software, informazioni e molto altro ancora: la traduzione è una costante della nostra vita. È alla base di tutto ciò che siamo, pensiamo e facciamo, perché tradurre è comunicare. Quindi, la comunicazione esiste anche grazie al lavoro dei traduttori.
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Perché celebrare la Giornata Mondiale della Traduzione

Le origini della festa

Il 30 settembre si celebra la festa di San Girolamo (o Gerolamo), santo protettore dei traduttori. San Girolamo, morto il 30 settembre 420, fu infatti un ottimo traduttore. A lui si deve la Vulgata, la prima traduzione completa in latino della Bibbia a partire dal testo in greco ed ebraico.

Rifacendosi agli insegnamenti di Cicerone e Orazio, San Girolamo adottò un approccio decisamente moderno nei confronti della traduzione:

Non rendo la parola con la parola, ma il senso con il senso.

Questo è l’approccio che denota la professionalità del traduttore. La traduzione non è la semplice sostituzione di parole, ma consiste nel trasferire il significato, le sfumature linguistiche e culturali del messaggio originale. La traduzione è l’esatto trasferimento del testo da una lingua all’altra, che richiede una sensibilità del tutto umana.

La traduzione e la vita

Traduco, ergo sumusCome Cartesio e il suo “Cogito, ergo sum” (Penso, dunque sono) e la rielaborazione filosofica di Camus con la massima “Je me révolte, donc nous sommes” (Mi rivolto, dunque siamo), propongo questo motto:

Traduco, ergo sumus.
Traduco, dunque siamo.

Senza il traduttore professionista, il mondo della comunicazione non esisterebbe. E il motivo è molto semplice.

Il lavoro del traduttore contribuisce all’esistenza di ognuno di noi. È un’impresa che, anche se svolta in relativa solitudine, influisce sul mondo intero.
Senza il traduttore professionista non conosceresti il cinema internazionale, non vedresti film, serie televisive, documentari provenienti da tutto il mondo; non leggeresti il 90% di libri, articoli, giornali, riviste; non compreresti prodotti provenienti da aziende estere; non avresti accesso a innumerevoli servizi; non potresti internazionalizzare la tua azienda; non saresti in grado di far funzionare un dispositivo o un macchinario senza le istruzioni d’uso.

La traduzione è implicata in ogni momento della nostra quotidianità. Possiamo accedere con facilità a notizie, interviste, dibattiti culturali, programmi, letture, pubblicità, acquisti, che sarebbero invece inaccessibili senza la mediazione linguistica e culturale.

Quindi esistiamo anche grazie ai traduttori, figure professionali che spesso rimangono dietro le quinte, ma che di fatto rendono possibile la vita di tutti.

Senza un traduttore non avresti mai letto il tuo libro preferito, né visto il tuo film irrinunciabile né potresti utilizzare il prodotto di cui non puoi fare a meno.

Perché celebrare la Giornata Mondiale della Traduzione?
Perché è giusto, almeno un giorno all’anno, ricordare l’importanza della traduzione nella nostra vita, esserne consapevoli e ringraziare quei professionisti che rendono tale la nostra esistenza con il loro lavoro.

Traduco, ergo sumus.