Riflessioni sul primo Freelancecamp Lecce

Il 28 giugno 2018 a Lecce c’è stata la prima edizione al sud del Freelancecamp.

Il primo Freelancecamp nella mia Puglia ha decisamente soddisfatto le aspettative.
In questa giornata entusiasmante ho conosciuto belle persone e avuto il piacere di conoscere dal vivo chi seguivo online già da tempo.

Puoi vedere i video di tutti gli interventi sul sito del Freelancecamp e le bellissime foto ufficiali di Anna Agrusti e Joana Ferreira.

Tra sorrisi, riflessioni, dibattito, pause yoga e scambi stimolanti, come sempre c’è tanto da imparare da ognuno. Perché se i liberi professionisti si distinguono per le competenze, l’esperienza, le attitudini, i limiti e le qualità, ognuno può migliorare grazie alla condivisione delle esperienze dell’altro.

Come ha detto Gianluca Diegoli nel suo intervento, una delle cose da ricordare sempre è: non sottovalutare il tempo. Dato che il tempo è la risorsa più preziosa che abbiamo, dobbiamo anche fare attenzione ai perditempo, che possono essere clienti, collaboratori o fornitori che minacciano la nostra produttività.

Un valido aiuto arriva dall’organizzazione che, come ha mostrato Chiara Battaglioni, è uno strumento che regala libertà: alleggerire la mente stilando liste anti-ansia aiuta a lavorare meglio e a evitare di correre come pazzi, ad esempio grazie alla lista “ta-daaan” in cui mettere nero su bianco i traguardi raggiunti.

Nel suo intervento, Rossana Turi ha illustrato cosa ha imparato lavorando con suo marito e il suo cane. Mi sono immedesimata nella parte dedicata al compagno a quattro zampe, visto che da quando c’è Sheila sento che la qualità della mia vita è migliorata.

Il cane ha le sue esigenze, tra cui lo spazio, i bisogni, il gioco e il movimento. E quando un cane entra nella tua vita, impari a gestire meglio il tempo perché sai che dovrai dedicarne tanto anche a lui. Tra le passeggiate e le scampagnate insieme a Sheila ho imparato, proprio come Rossana, a passare più tempo all’aria aperta, a riposare meglio, a fare più movimento e a cercare sempre un motivo per sorridere: se sei stressato, stanco, depresso, arrabbiato, il cane è lì e non ti giudica, ti fa rilassare, giocare e sorridere. Ti fa stare bene.

Sono tornata a casa con la convinzione che il Freelancecamp non sia un evento destinato soltanto ai freelance. È importante confrontarsi anche con imprenditori e dipendenti in eventi di questo tipo perché, anche se lavora in autonomia, il freelance non è quello che se la canta e se la suona: è un professionista che esiste perché sa risolvere un problema. Il problema del cliente.

Pertanto il rapporto col cliente va curato, le strategie per migliorare devono essere misurate e il freelance non deve mai smettere di sperimentare.

C’è una cosa a cui porre fine? Sì, il lamento. Infatti Alessandra Farabegoli ce lo ricorda sempre: dobbiamo trovare soluzioni e condividerle, smettere di lamentarci e decidere di cambiare. Insomma, #bastalagne.

Evitiamo di sprecare tempo ed energie a lamentarci. Impariamo a negoziare meglio e ricordiamo che dobbiamo essere noi i primi a migliorare la nostra percezione agli occhi dei non addetti ai lavori.

Proprio perché freelance, siamo responsabili della scelta che abbiamo fatto.

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Foto di Joana Ferreira

Le mie impressioni sul Freelancecamp Roma

Il 16 giugno 2017 si è svolta la prima edizione del Freelancecamp Roma, il barcamp dei freelance che dal 2012 si tiene ogni anno a Marina Romea.

Ho partecipato all’edizione romana e, come mi aspettavo, l’evento è stato assolutamente stimolante e ricco di spirito costruttivo. Questo raduno di freelance non è soltanto un momento di formazione, ma è soprattutto una giornata all’insegna del networking.

Puoi scoprire la storia e le diverse sfumature del lavoro indipendente, visto che si riuniscono diverse figure professionali.
Ma la cosa più bella è il piacere di aver conosciuto di persona diverse colleghe conosciute online, trovando una piacevole sintonia e incontrando volti nuovi o familiari che hanno qualcosa da raccontare.

Fonte: @zarina1973

Fonte: @zarina1973

Nel corso della giornata, si sono susseguiti diciotto interventi: alcuni davvero brillanti e ricchi di spunti, altri un po’ meno. Perché il Freelancecamp è l’occasione perfetta per confrontarsi con altri liberi professionisti: la condivisione delle esperienze ti porta a pensare che siamo un po’ tutti sulla stessa barca e ci fa sentire meno soli.

Così ho apprezzato l’intervento di Francesca Manicardi di Punto F che ha presentato il Freelance Lab e nel suo speech ha toccato vari punti che sono stati affrontati anche da altri speaker. Tra questi, il rapporto con i soldi e il coraggio di parlarne apertamente e con simpatia come ha fatto Alessandra Farabegoli, una degli ideatori del Freelancecamp, che ci ha ricordato che gli equilibri cambiano e l’importanza dei bilanci nella nostra vita professionale.

Donata Columbro ha illustrato un’appassionante metafora tra il freelance e il maratoneta, mentre Simona Sciancalepore ci ha fatto sorridere con i “mai senza” del freelance, tra cui il confronto, l’attività fisica, il prosecco, il pianto e le risate.

Senza dimenticare l’importanza della gestione del tempo, riducendo le distrazioni e le attività sterili, imparando a disconnettersi per migliorare lo stile di vita.

Oppure due importanti moniti di PeopleBranding:

  1. Lavorare gratis significa diminuire la qualità percepita del tuo servizio. Meditate, gente, meditate.
  2. Per quanto il branding e la promozione di se stessi possano aiutarci nel mercato, non sono tutto, anche se oggi inseguiamo la visibilità. Sono le competenze, le conoscenze e le relazioni instaurate a trasmettere al cliente la qualità del lavoro del professionista.

Paolo Cappelli si è soffermato sull’importanza del perché facciamo il nostro lavoro, che ci porta a riflettere sulla nostra unicità. E in questo modo possiamo anche imparare a innovare o a colmare alcune lacune del mercato, differenziandoci dalla concorrenza.
Ho amato particolarmente il suo speech perché analizzava diversi aspetti che sostengo da sempre, come l’importanza dell’empatia nella relazione con il cliente, che ti porta a unire il tuo perché al suo. E soprattutto il ruolo essenziale delle competenze e della comunicazione interculturale quando vuoi vendere un servizio o un prodotto all’estero.

Ecco i video degli speech che ho apprezzato di più. Puoi vedere tutti gli interventi sul sito del Freelancecamp e le foto ufficiali scattate da Giuliana Corrado e Sara Soldano.

Francesca Manicardi – Vademecum per aspiranti freelance

Augusto Pirovano – Come presentare e vendere partendo dai problemi

Donata Columbro – Run like a freelance

Alessandra Farabegoli – I bilanci dei freelance

Paolo Cappelli – Internazionalizzazione del freelance: aprirsi al mercato globale

Cristiano Nordio e Gianluca Fiscato (PeopleBranding) – Dare un prezzo al proprio valore

Matteo Uguzzoni – Seneca, il cash e un quaderno giapponese

Simona Sciancalepore – Come sopravvivere ai mali del freelance

E come dice Alessandra Farabegoli: “Freelancecamp è smettere di lamentarsi e cominciare a cambiare”. 😀