Retrospettiva introspettiva su questo decennio

Con l’arrivo del 2020 e di un nuovo decennio, ho deciso di scrivere a me stessa, alla Raffaella del 2009 appena diplomata che cercava di realizzare il suo sogno di lavorare come traduttrice professionista.

Cara Raffaella

Il decennio 2009-2019 darà la direzione fondamentale alla tua vita.

Lascerai la realtà di provincia e ti trasferirai con la tua gemella nella capitale, dove frequenterai l’università e conseguirai la laurea con lode, per poi tornare nella tua terra d’origine. Insieme a lei anche questa volta, ma poi soffrirai la mancanza della tua gemella che tornerà nuovamente a Roma, da sola, per lavoro e non per studio.

Tu invece aprirai la Partita Iva e lavorerai da casa. All’inizio per gli altri il tuo non sarà un vero lavoro, diranno che lavoricchi senza sapere quanto studierai e ti impegnerai per raggiungere il tuo obiettivo.

Molte persone a te vicine non capiranno, non crederanno nel tuo progetto di lavoro, tenteranno di portarti su altre strade, più comuni e rassicuranti. Si chiederanno perché hai studiato per tradurre nella tua madrelingua, ma prima con esasperazione e poi con pazienza riuscirai a spiegarti.

Ripeterai le stesse cose tante volte e chiarirai cosa significa lavorare come freelance.

Ti affliggerai per le risposte che non arriveranno, per i preventivi non accettati, per i periodi di magra che inizialmente supereranno quelli di grassa.

Affiancherai altre esperienze alla traduzione per guadagnare di più, finché con perseveranza lavorerai a tempo pieno come traduttrice freelance.

Avrai quasi le lacrime agli occhi al primo versamento di imposte e contributi perché l’importo ti sembrerà altissimo, anche se anno dopo anno lo supererai grazie al fatturato in crescita.

Commetterai errori, busserai a tante porte, letteralmente e metaforicamente, conoscerai professionisti con cui ti confronterai fino in fondo, con altri sarà soltanto uno scambio superficiale.

Non mancheranno esperienze uniche, come la settimana a Pechino come interprete per un evento di moda, che ricorderai sempre con letizia e poi con tanta malinconia quando una delle persone con cui hai lavorato in quei giorni lascerà questa Terra troppo presto.

Aprirai il tuo sito internet, curerai i tuoi canali professionali, il blog, farai importanti investimenti, ti intervisteranno, entrerai in AITI.

Ci sarà anche chi ti imiterà, chi ti chiederà consigli, chi ti scriverà pensando che tu sia un’agenzia e non una libera professionista.

Spesso lavorerai anche il sabato e la domenica, talvolta di sera e fino a tardi, ma poi capirai che non può diventare un’abitudine e che dovrà essere un’eccezione.

Alcuni clienti approfitteranno della tua disponibilità, altri apprezzeranno il tuo lavoro più di quanto ti aspetti. Ti daranno fiducia, ti ringrazieranno per la tua professionalità, ti faranno capire che è proprio con te che vogliono lavorare e, se non puoi accettare un incarico perché sei impegnata con altri progetti, saranno disposti ad attendere il momento migliore in cui potrai dedicarti a loro.

Dopo anni dalla laurea, un giorno su un treno incontrerai per caso un professore dell’università che si congratulerà per il tuo percorso professionale dopo gli anni brillanti di studi, ti chiederà di dargli del tu e ti parlerà come suo pari.

Imparerai a non curarti di chi ti vede come anticonformista perché non hai il posto fisso, perché lavorando da casa sei perfettamente a tuo agio, perché preferisci stare dietro le quinte.

Affidandoti soltanto alle tue forze, ti sentirai spronata a dare il meglio di te, a essere responsabile di ogni scelta, errore o successo.

Conterai sempre sull’amore per il tuo lavoro, per la traduzione, una certezza incrollabile che ti prenderà per mano e ti accompagnerà a compiere il prossimo passo verso il futuro.

Quando la traduzione migliora la vita di tutti

Noi traduttori siamo tanti, ma ognuno sceglie di tradurre qualcosa di diverso. Tale scelta si basa su un motivo ben preciso.

Qualche esempio?

Un percorso formativo o un’esperienza professionale in un ambito particolare: un avvocato può diventare un traduttore specializzato in traduzioni legali.

Oppure la scelta è guidata da un fattore pratico: il traduttore sceglie un settore di specializzazione molto redditizio.
In genere, il traduttore professionista si specializza in determinati settori seguendo le sue passioni.

E poi c’è chi va oltre: professionisti che hanno lavorato molto sulla propria identità e raggiunto una consapevolezza che li ha portati a scegliere di mettere i valori in cui credono al servizio della traduzione.

Proprio così: la traduzione contribuisce alla diffusione di uno stile di vita sano, consapevole e più sostenibile.
In occasione della Giornata Mondiale della Traduzione, vorrei presentarti due traduttrici professioniste che dimostrano i valori in cui credono con il loro lavoro quotidiano: Eleonora Angelici e Kristel Klein.

Queste traduttrici freelance non sono semplicemente specializzate in determinati settori, come gran parte dei professionisti, bensì in nicchie di mercato.

I loro percorsi professionali riflettono percorsi personali e cause importanti in cui credono fermamente.

Benvenuta sul mio blog!
Ci racconti di cosa ti occupi come traduttrice? Quali sono le tue combinazioni linguistiche?

Eleonora: Ciao Raffaella, è un onore essere tua ospite! Io svolgo traduzioni da inglese e tedesco in italiano. Nonostante sia traduttrice freelance ormai da quasi 4 anni, da pochi mesi ho creato Healthy Words, la mia attività specializzata in traduzioni per la salute e il benessere. Quando dico benessere non intendo tanto le classiche traduzioni medico-farmaceutiche (che invece sono un mercato più ampio), quanto tutti quei progetti che hanno come obiettivo di fondo il benessere fisico e mentale di chi leggerà le traduzioni: testi per il turismo wellness, l’alimentazione sana, la salute mentale…

Kristel: Ciao Raffaella e ciao a tutti i lettori! Innanzitutto ci tengo a ringraziarti per il tuo invito, che ho ricevuto con molto piacere. La mia attività di traduttrice freelance comprende i servizi di traduzione, localizzazione e sottotitolaggio dallo spagnolo, dall’inglese e dal francese verso l’italiano (la mia madrelingua, nonostante il nome ingannevole). Nello specifico, propongo i miei servizi linguistici a coloro che desiderano promuovere un progetto o un prodotto sostenibile presso un pubblico di lingua e cultura italiana.

Perché hai scelto la nicchia di mercato in cui lavori attualmente? Come sei arrivata a costruire questa identità professionale nell’ambito della traduzione?

Eleonora: Quando ho iniziato a lavorare come traduttrice non avevo idea che avrei finito per scegliere questa nicchia. Nei primi due o tre anni di attività come freelance ho lavorato in tanti ambiti diversi, perché ritenevo giusto avere delle basi in più campi. Poi nel 2018 ho iniziato, quasi per caso, un corso di 8 settimane di mindfulness per la riduzione dello stress (qualsiasi collega potrà confermare che fare il traduttore non è una passeggiata!): questo ha letteralmente cambiato il mio modo di vivere e di percepire me stessa e gli altri.

Una volta sperimentati i benefici della meditazione e della presenza mentale, è difficile tornare indietro. Così nei mesi successivi ho continuato le pratiche e approfondito i meccanismi alla base della mindfulness. Un giorno è arrivata l’illuminazione: è un ambito in cui adorerei lavorare e che mi rappresenta, perché io mi faccio sempre in quattro per il bene degli altri. Perché non specializzarmi in quello? Non so come non me ne sono resa conto prima. 🙂

Kristel: Fin da quando ho iniziato la mia professione nell’ambito della traduzione, pensavo che mi sarebbe piaciuto specializzarmi nel settore ambientale. Nel frattempo qualche anno è passato e per un motivo o per un altro mi sono trovata a tradurre cose del tutto diverse, dal turismo al settore del lusso, passando però anche per il commercio equo e solidale e la natura grazie alla collaborazione con due meravigliosi festival cinematografici italiani.

Negli ultimi anni ho iniziato a notare in me un cambiamento nel modo di concepire la vita e una maggiore consapevolezza in generale. Mi sono come “svegliata” e da allora ho la sensazione di vedere il mondo intorno a me con altri occhi. Ho iniziato a informarmi in maniera più approfondita su temi quali la decrescita e sulle alternative ecologiche e sostenibili cui possiamo ricorrere per sostituire molti prodotti nocivi che usiamo quotidianamente: detersivi, detergenti, cosmetici, cibi industriali ultra-trasformati, ecc.

Se ci fermiamo a pensare, quanti di noi leggono l’INCI dei cosmetici o le etichette alimentari, oppure riflettono sul fatto che quando facciamo le pulizie di casa stiamo respirando veri e propri veleni? Per non parlare dell’impatto ambientale di tali prodotti!

Per amore verso me stessa e verso il pianeta, ho cambiato diverse abitudini passando a uno stile di vita più sano, consapevole ed ecologico, cercando di ridurre i miei rifiuti e di sensibilizzare il prossimo alla questione trasmettendo quanto appreso personalmente. Ma non era abbastanza. Sentivo il bisogno di trovare la stessa motivazione anche nella sfera professionale e di far coincidere la mia attività lavorativa con i miei principi e valori. È così che ha iniziato a prendere forma la mia nuova identità professionale, con la quale mi auspico di contribuire maggiormente alle cause che mi stanno a cuore, appoggiandomi non solo sulle mie piccole azioni quotidiane, ma anche su preziose collaborazioni nell’ambito della sostenibilità.

traduzione

A quali tipi di clienti rivolgi i tuoi servizi linguistici? Collabori con agenzie di traduzione oppure prediligi i clienti diretti?

Eleonora: Devo ammettere che, per cominciare, è molto più facile proporsi alle agenzie e così ho fatto in questi anni. Inutile dire, però, che più aumentano l’esperienza, le competenze e la maturità professionale, più l’obiettivo si sposta sui clienti diretti. Sento che solo così potrei fare la differenza! In presenza di un intermediario non riuscirei mai a conoscere davvero il cliente, né a curarne con costanza e uniformità le comunicazioni.

In più, la mia idea di traduttore non è essere semplicemente “persona che scambia file originali per file tradotti via email”. Voglio impiegare anche le mie competenze di marketing e comunicazione, oltre che i miei servizi linguistici. Per non parlare dell’utilità dell’interazione diretta con il cliente: la sensibilità e l’empatia sono tanto importanti quanto la conoscenza dell’inglese e del tedesco. Almeno per l’idea di professionista che ho e che voglio essere.

Kristel: Offro i miei servizi linguistici sia ad agenzie di traduzione che a clienti diretti, con una preferenza per questi ultimi per diversi motivi: collaborare con il cliente finale permette non solo di stabilire una comunicazione più immediata e di creare una dimensione più umana, ma genera anche un maggiore coinvolgimento con il progetto a cui sto lavorando. Infatti, cosa c’è di più motivante di collaborare con clienti che condividono i tuoi stessi valori?

Se un cliente ti propone un progetto che mette in discussione i valori che hai a cuore, te ne occuperesti comunque?

Eleonora: No. Io sono sempre stata un’idealista e la reputo una mia forza, anche se a volte questo mi porta a prendere posizioni che altri reputano ‘estreme’. Ma se ho scelto di fare la traduttrice nell’ambito del benessere è per trasmettere messaggi positivi ed educativi, non certo il contrario. Andrebbe contro tutto ciò in cui credo.

Kristel: Devo dire che non mi sono ancora trovata davanti a questo tipo di situazione. Se un giorno dovesse succedere, però, rifiuterei sicuramente di occuparmi di un progetto che va contro i miei valori. Semplicemente non avrebbe senso perché significherebbe sminuire l’impegno che dedico alla sostenibilità e vanificare il lavoro e gli sforzi fatti finora. Senza contare il fatto che non mi sentirei in pace con me stessa.

D’altro canto, esistono progetti che non sono del tutto allineati con i miei valori, ma che non considero nemmeno particolarmente inconciliabili con la mia visione. Per fare un esempio, negli ultimi anni ho avuto modo di specializzarmi nel settore dell’alta orologeria. Parliamo quindi del mondo del lusso, e sebbene personalmente non mi ci identifichi per nulla, in questo caso considero l’orologeria tradizionale una vera e propria arte che, unita a un preziosissimo savoir-faire artigianale, è in grado di produrre segnatempo di altissima qualità e precisione, nonché di una durata sorprendente.

In che modo cerchi di sensibilizzare gli altri alla missione in cui credi e che valorizzi nel tuo lavoro di traduttrice?

Eleonora: La mindfulness mi ha insegnato soprattutto l’ascolto e l’accettazione. Nel quotidiano, ogni volta che mi trovo davanti qualcuno in difficoltà, cerco di indirizzarlo verso questi atteggiamenti e di farlo riflettere su ciò che sta accadendo nel suo intimo, insomma: ascoltarsi. Come ho scritto anche nel mio sito, nella vita ci insegnano tante cose, ma poco spesso ad ascoltare noi stessi e mostrarci comprensione. Anzi, quasi sempre – vale anche per me – siamo noi stessi i nostri giudici più aspri.

Un altro modo è quello di aderire a iniziative e progetti su base volontaria: io cerco di contribuire con le mie competenze professionali oppure con altre capacità. Ad esempio, spero di ricevere buone notizie da un’organizzazione no profit che ho contattato di recente per un progetto pilota sulla salute mentale degli studenti universitari. Incrocia le dita per me!

Un’altra forma di influenza che questa epoca ci offre è quella sui social. Sono ben lungi dall’essere un’influencer, ma posto il più possibile contenuti su come migliorare il proprio benessere fisico e mentale, da una corretta alimentazione alla gestione dello stress, perché credo realmente nell’importanza di messaggi del genere. Insomma: se sono così fortunata da avere l’attenzione di qualcuno, voglio farne buon uso.

Kristel: Nella società attuale in cui moltissime persone conducono una vita “con il pilota automatico”, senza riflettere sull’impatto delle proprie azioni quotidiane, l’opera di sensibilizzazione al tema della sostenibilità acquisisce una fondamentale importanza. Per quanto mi riguarda, cerco di farlo condividendo – sia con le persone a me più vicine che con un pubblico più vasto attraverso i social network –, le informazioni che ho raccolto sull’argomento e mostrando in che modo io stessa cerco di ridurre il mio impatto sull’ambiente: riduzione dei rifiuti, uno stile di vita sano e rispettoso della natura, acquisti da fonti etiche e sostenibili, ecc.

Penso sia molto importante piantare un seme nella mente del prossimo. In molti casi prima o poi germoglierà. In altri non lo farà. Se c’è una cosa che sto imparando, non senza fatica, è che ogni persona ha i propri tempi per aprirsi a nuove idee, e che forzare non porta a grandi risultati. D’altronde, il miglior cambiamento avviene quando nasce dalla volontà propria di ognuno.

Confesso che spesso mi sono sentita impotente davanti ad attitudini di chiusura o critiche. Ora, invece, sebbene mi capiti ancora, sento che se con le mie azioni riesco a sensibilizzare anche solo una persona, ho già raggiunto un traguardo che può potenzialmente portarne altri.

Non dobbiamo dimenticare, infine, che affinché le cose cambino davvero a un livello soddisfacente per salvare il pianeta, il movimento deve prodursi sì dal basso, quindi dalle nostre azioni quotidiane in modo da cambiare la domanda, ma anche e forse soprattutto dall’alto delle sfere politiche e produttive. Spero vivamente che il forte movimento ambientalista rappresentato dai giovani di oggi riesca a farsi ascoltare in questo senso e a far spostare l’interesse delle grandi lobby dal potere e dal denaro verso la protezione del nostro pianeta.

Quando non hai bisogno di un traduttore professionista

Può sembrare un paradosso, invece hai letto proprio bene. Vorrei aiutarti a capire quando non hai bisogno di un traduttore professionista.

Sì, sono una traduttrice professionista. No, il mio post non è un controsenso. È un modo per facilitarti le cose e non farti perdere tempo.

Due casi in cui non ti serve un traduttore professionista

1. Devi partecipare a un convegno, una fiera o una trattativa commerciale e hai bisogno di qualcuno che ti affianchi perché non hai le competenze linguistiche adeguate per interagire con chi non parla la tua lingua. Non ti senti sicuro del tuo inglese e hai paura di non capire e di non farti capire dall’interlocutore straniero.

Ebbene, non ti serve un traduttore. Ti serve un interprete.

Esiste una differenza sostanziale tra il traduttore e l’interpreta professionista che si riassume in un concetto molto semplice: il primo scrive, il secondo parla.

Quelli che senti nelle trasmissioni televisive non sono traduttori, bensì interpreti, anche se molti li chiamano impropriamente traduttori.

Quindi rifletti sul servizio di cui hai bisogno e contatta il fornitore più adeguato. 😉

2. Hai bisogno della traduzione di un catalogo prodotti, di un video, dei contenuti del tuo sito web, di un documento. Però non vuoi spendere troppo.

Il traduttore è un professionista e come tale va retribuito. Dato che si tratta di lavoro, non puoi aspettarti di pagare una cifra irrisoria e considerare ogni preventivo come troppo elevato.

La traduzione non è gratis, né su base volontaria. Perlomeno non il servizio offerto da un professionista. E se fai sul serio con la tua attività, è di un professionista che hai bisogno, non del conoscente che ha fatto una vacanza in Inghilterra e che traduce per hobby.

Probabilmente sei tu a non avere un budget adeguato. Se invece per te con la qualità non si scherza, ti consiglio di rivolgerti a un traduttore professionista perché il ritorno sull’investimento è innegabile: il profitto che ricavi dal servizio di traduzione è maggiore della spesa sostenuta.

Altrimenti gioca pure al ribasso. Però poi non lamentarti se il cliente straniero del tuo ristorante ride quando legge il menù, se nessun turista straniero sceglie la tua struttura ricettiva perché hai tradotto il sito con Google Translate oppure se all’estero nessuno acquista i tuoi prodotti.

Ti riconosci in una di queste due situazioni?

5 consigli sulla traduzione per chi gestisce una struttura ricettiva

Il turismo è uno dei settori di punta per l’Italia: l’affluenza riguarda città d’arte, borghi, siti Patrimonio dell’Unesco, località di mare e di montagna e tanto altro. Dato che le presenze dei turisti stranieri sono in costante crescita in tutta la penisola, i titolari di alberghi, villaggi turistici, bed and breakfast, campeggi, case vacanze, resort, comprensori sciistici e centri benessere farebbero meglio a essere preparati ad accoglierli al meglio.

Quali sono gli elementi e le informazioni fondamentali da fornire alla clientela straniera?

Uno staff poliglotta alla reception e al ristorante, il sito internet della struttura ricettiva, il menù del ristorante, il regolamento interno, i termini e le condizioni di prenotazione tradotti almeno in inglese.

1. Non solo l’inglese

L’inglese è la lingua imprescindibile in cui tradurre i contenuti di una struttura ricettiva. Ma sarebbe meglio fornire una traduzione in almeno tre lingue. Quali scegliere oltre all’inglese?

Ti lascio due suggerimenti per distinguerti dalla concorrenza:

  • Da quali Paesi provengono i tuoi clienti stranieri? Se la tua struttura è al confine con la Francia, probabilmente l’affluenza dei turisti francesi è notevole. Oppure arrivano soprattutto dalla Germania? In tali casi, il francese e il tedesco sono un’ottima opzione.
  • Punta sulle lingue orientali, dato che i turisti russi e cinesi aumentano sempre più in Italia, soprattutto nel segmento del lusso.
2. Email prima, durante e dopo la prenotazione

La corrispondenza con il potenziale cliente straniero è determinante: da potenziale potrebbe diventare un cliente effettivo e magari tornare più volte nella tua struttura. Pertanto la comunicazione multilingue deve essere curata al meglio, affidando la traduzione delle email a un professionista:

  • messaggi automatici (ma personalizzati il più possibile) al momento della richiesta di informazioni e della prenotazione
  • promemoria qualche giorno prima del check-in nella struttura ricettiva
  • richiesta di recensioni online e feedback dopo il soggiorno
  • auguri di compleanno/Natale/Anno Nuovo/Pasqua al cliente
3. Cura meglio la newsletter

Puoi inviare la tua newsletter tradotta a chi si è iscritto per ricevere tutte le novità sulla struttura. Puoi informare i clienti stranieri su offerte, sconti e promozioni per un soggiorno di minimo una settimana, per i Senior oppure in occasione di periodi particolari dell’anno, come un soggiorno in coppia nel periodo di San Valentino.

Un’altra novità da segnalare al cliente è il listino prezzi, ma potresti andare oltre per spiccare sui concorrenti: fornisci suggerimenti sui luoghi dei dintorni da visitare, sugli eventi più interessanti e sulle tradizioni del posto.

4. Materiali promozionali aggiornati e tradotti

Per inserire le novità della nuova stagione turistica, hai aggiornato il catalogo o la brochure della tua struttura ricettiva: nuove immagini di qualità, nuovi testi (magari scritti da un copywriter), nuove tariffe, impianti e periodi di apertura e chiusura.

Presenta una versione multilingue dei materiali promozionali in base alla clientela di riferimento.

5. Relazioni sui social con gli utenti stranieri

Oggi l’assistenza clienti avviene anche sui social network, soprattutto Facebook e Twitter. Instagram è il canale per eccellenza dove condividere le proprie vacanze, grazie alle migliaia di foto postate ogni giorno.

Quindi non trascurare la relazione con gli utenti stranieri sui social: rispondere ai commenti, interagire tramite chat, pubblicare contenuti e hashtag multilingue, nonché video sottotitolati in inglese. Evita la traduzione automatica e rivolgiti a un traduttore professionista.

Parla con il tuo pubblico usando la sua lingua e raccontando ciò che gli sta a cuore.
Jonathan Lister

Dietro le quinte

Uno dei motivi per cui ho sempre preferito la traduzione all’interpretariato è la possibilità di rimanere dietro le quinte: non mi piace sentirmi esposta in prima persona come deve fare un interprete, preferisco la visuale che si ammira nel backstage.

Dietro le quinte di un teatro si svolgono attività indispensabili e invisibili: gli attori si preparano ad andare in scena, i macchinisti e i fonici sistemano eventuali apparecchiature, i costumisti contribuiscono ai cambi d’abito tra una scena e l’altra…

Il pubblico non deve vedere ciò che accade nel retroscena, ossia le attività preparatorie: assisterà allo spettacolo, il momento culminante di un lavoro che dura giorni, mesi, settimane.

Il risultato definitivo, ossia l’opera mostrata al pubblico, è frutto di un lavoro del singolo che confluisce nel lavoro di gruppo.

Per un’azienda, accade la stessa cosa.

Prima di lanciare un nuovo prodotto, il lavoro dietro le quinte è fondamentale. Progettare, realizzare un prototipo e poi il prodotto definitivo è una fase essenziale a cui si aggiungono altre tappe necessarie a presentare il prodotto finito: la scrittura delle descrizioni prodotto, le foto e l’impaginazione del catalogo, la cura del packaging, lo spot per la campagna pubblicitaria, il comunicato stampa e la newsletter che presentano la novità, fino al lancio effettivo, magari in occasione di una fiera.

Quante persone lavorano in questo processo? Tante. E il traduttore professionista è una delle figure che partecipano alla produzione.

Come? Traducendo i contenuti scritti per renderli accessibili a una platea più vasta.

La traduzione è proprio una di quelle attività preparatorie che avvengono dietro il sipario, che il pubblico non può e non deve vedere. La traduzione deve rimanere invisibile agli occhi del pubblico, ossia il lettore, il cliente, il turista, l’utente che sta leggendo un testo tradotto nella sua lingua: sfoglia una brochure turistica che gli presenta una destinazione all’estero dove trascorrere le vacanze, visita il sito web di un hotel per un soggiorno invernale in montagna, legge il comunicato stampa di una campagna promozionale che presenta una nuova collezione di moda.

Cosa c’è sul palco, al centro della scena, sotto i riflettori, davanti al pubblico multilingue che lo guarda? Il tuo prodotto, il tuo sito web, la tua struttura ricettiva, la tua collezione…

Eccolo lì, il traduttore. Dietro il sipario, in silenzio, mentre osserva l’opera in svolgimento che ha contribuito a realizzare.

A volte il testo da tradurre non basta

Quando il cliente chiede il preventivo per una traduzione, è essenziale che il traduttore possa prendere visione del testo da tradurre. Pertanto è sempre meglio inviare il documento integrale in allegato.

Talvolta potrebbe bastare un estratto, ma è sempre meglio di niente.

Come traduttrice freelance, non accetto mai progetti a scatola chiusa. Ho bisogno di consultare il testo da tradurre per verificare una condizione essenziale: rientra fra le mie competenze?

Nello specifico, la traduzione di cui dovrò occuparmi deve soddisfare queste due condizioni:

Però a volte il testo da tradurre non è sufficiente: il traduttore ha bisogno di altro per contestualizzare il tutto.

Un aiuto fondamentale arriva da guide di stile, eventuale glossario e terminologia già approvati dal cliente.

Traduzione e localizzazione di una piattaforma

Se bisogna tradurre e localizzare i contenuti di una piattaforma online, sarebbe meglio fornire accesso provvisorio al traduttore. Infatti potrebbe trattarsi di una piattaforma privata a cui si accede soltanto registrandosi perché ciascun utente avrà un account a disposizione.

Come si fa a capire dove saranno inseriti i testi da tradurre? Si tratta di un pannello di controllo?

Call to action, voci di un moduli da compilare, barra e menu di navigazione sono soltanto alcuni elementi che potrebbero creare problemi se il traduttore non ha la possibilità di visualizzare il modo in cui sono disposti i contenuti da tradurre in ciascuna pagina.

L’importanza delle immagini

I sottotitoli

Il video è imprescindibile per tradurre i sottotitoli di un film, una serie tv o un documentario in italiano. La precisione e l’accuratezza dei sottotitoli dipendono dalle immagini di riferimento per chiarire eventuali ambiguità. Ad esempio, quando si traduce dall’inglese o dal francese, si pone la spinosa questione della traduzione di “you” o “vous” in italiano: grazie al video posso capire se chi pronuncia una battuta e utilizza “you” o “vous” si riferisce a un solo interlocutore che ha di fronte o a più persone. In molti casi si può dedurre dalla narrazione, in altri l’ambiguità resta.

Le descrizioni prodotto

Quando si traducono i contenuti di un sito e-commerce, le immagini aiutano il traduttore. Pertanto è sempre meglio poter vedere le immagini che accompagnano le descrizioni prodotto: capi di abbigliamento, articoli di pelletteria, accessori come borse, cappelli e scarpe… Nell’ambito della moda (e non solo) l’immagine consente di fare luce sui dettagli degli articoli tradotti.

Guide turistiche, brochure e itinerari di viaggio

Le immagini sono un ausilio prezioso anche in ambito turistico. Nella traduzione dei contenuti di questo settore, spesso ci sono passaggi con descrizione di monumenti, castelli e chiese. Ma anche specie vegetali, come in una traduzione relativa ai giardini ornamentali. Guardare le immagini dei luoghi descritti – e sognare a occhi aperti 🙂 – aiuta l’immaginazione ed è un supporto alla creatività.

Perché affidarsi allo stesso traduttore professionista

Quando collabori con un traduttore professionista per la prima volta, crei una relazione di fiducia reciproca.

Il preventivo, il lavoro consegnato con puntualità, la fattura e il pagamento sono soltanto quattro passaggi che fanno parte di un rapporto più articolato e stimolante sia per il fornitore che per il cliente.

Se vuoi internazionalizzare la tua attività, sai che parte del lavoro consiste nel presentare una versione multilingue del materiale promozionale della tua azienda:

  • il sito web aziendale
  • le descrizioni prodotto
  • i cataloghi
  • i contenuti dei social
  • la newsletter

Il tuo obiettivo è promuovere la tua attività, i tuoi prodotti e/o servizi anche all’estero?

Il traduttore professionista ti aiuterà in questa impresa. Dovresti rivolgerti a un traduttore specializzato nel settore del marketing, visto che i traduttori professionisti non sono tuttologi, bensì si specializzano in determinati settori.

Dopo il briefing iniziale, un altro passaggio da non trascurare è l’invio di materiale di riferimento, come i glossari e la guida di stile. Se li hai a disposizione, è fondamentale inviarli al traduttore, che seguirà le istruzioni per garantire la coerenza stilistica e terminologica dei tuoi contenuti.

Alla fine del lavoro, il cliente soddisfatto tende ad affidarsi nuovamente allo stesso traduttore professionista per altri incarichi.

Potresti essere tentato a scegliere un fornitore che applica tariffe più basse, ma in questo modo correresti diversi rischi. Ad esempio, dovresti ricominciare il processo di ricerca dall’inizio, dalla richiesta di preventivo all’invio del materiale di riferimento, allungando le tempistiche (che, confessa, sono sempre molto ridotte).

Oltre alla qualità della traduzione, ricorda altri fattori. Il traduttore a cui ti affidi:

  • diventa la voce del tuo brand. E non puoi cambiare voce in continuazione, andando a scapito dell’uniformità di stile dei tuoi contenuti;
  • assicura la coerenza della terminologia utilizzata da un incarico all’altro;
  • acquisisce una familiarità crescente con i tuoi contenuti, i tuoi prodotti e la tua azienda.

Lavoro come traduttrice freelance dal 2014 e, collaborando con alcuni clienti ormai da anni, è inevitabile provare empatia nei confronti dello sviluppo della loro attività: i traguardi raggiunti, la crescita all’estero, i successi da loro ottenuti mi gratificano, perché ho dato il mio contributo e li aiuto a raggiungere i risultati che desiderano per l’espansione della loro attività.

Si tratta di un rapporto vincente: grazie al traduttore professionista, raggiungi nuovi mercati, contatti un numero maggiore di utenti, aumenti il numero di clienti e le vendite dei tuoi prodotti all’estero.

Quando si collabora, i successi intellettuali di una persona stimolano la passione e l’entusiasmo degli altri collaboratori.

Alexander Von Humboldt

4 anni di Partita Iva

Ho aperto la Partita Iva un pomeriggio di quattro anni fa. Mentre andavo allo studio del commercialista, le strade erano deserte perché tutti stavano guardando una partita dell’Italia ai Mondiali.

Quattro anni dopo, mi guardo alle spalle e vedo la strada che ho percorso: salite, spesso molto ripide, discese, tratti pianeggianti, altri irti di ostacoli. Punti in cui sono inciampata, sono caduta e mi sono rialzata. Vedo le mie impronte a volte esitanti e poi sempre più decise nel seguire la direzione scelta con consapevolezza.

Il mio percorso è probabilmente simile a quello di altri freelance, ma in realtà ognuno si distingue in qualcosa: gli errori, le scelte, gli incontri, le delusioni, i traguardi, la paura, la determinazione, il coraggio.

La parola chiave? Perseveranza.

Le cose sono cambiate molto in quattro anni di libera professione. E sono cambiata io.

In questi anni di lavoro come traduttrice freelance ho imparato tanto.

L’entusiasmo iniziale era sempre accompagnato dalla paura. Di non farcela, di non riuscire a pagare le tasse (soprattutto quando arriva la mazzata del secondo anno di libera professione), di deludere me stessa e gli altri.

Il segreto? Rimboccarsi le maniche, fare, agire. Sempre.

Anche nei periodi di magra, quando non arrivano richieste dai committenti, né le risposte di potenziali clienti, i giorni passano e sembra di non concludere nulla.

Ma ho imparato che c’è sempre qualcosa da fare. Aggiornare il curriculum, contattare potenziali clienti, seguire attività di formazione professionale, curare la comunicazione online con post sul blog e l’aggiornamento dei profili. E poi vedere gente, stringere mani e darsi sempre da fare.

Nei primi mesi di lavoro come freelance ho fatto qualche esperienza di interpretariato per aumentare il fatturato o riempire periodi vuoti. Sono state esperienze stimolanti che mi hanno arricchito come persona e come professionista, ma ho sempre saputo che la mia strada era una soltanto: la traduzione.

E quando i clienti sono aumentati, l’entusiasmo e la passione mi inducevano a dire di sì alla traduzione urgente che richiedeva orari di lavoro improponibili, tarda sera e fine settimana compresi, a progetti che non mi entusiasmavano ma che mi aiutavano ad aumentare il fatturato, a collaborazioni con il committente che non tiene conto del ritmo di lavoro del freelance e pensa che sia disponibile in qualsiasi momento, anche se gli manda una richiesta alle 22:00.

Poi ho finalmente capito che un ritmo di vita di questo tipo non è sostenibile. Né per me né per chi mi è accanto. Così ho iniziato a dire i primi no e, sorpresa! Il mondo non è crollato.

Ho imparato a rifiutare progetti che non sono nelle mie corde, lavori non compatibili con i tempi di consegna delle altre traduzioni, visto che la giornata è di 24 ore ma non significa che bisogna lavorare 24 ore al giorno.

Ho detto di no a condizioni di collaborazione che non mi soddisfacevano e ho acquisito una maggiore sicurezza anche in situazioni spiacevoli che possono capitare.

Se un cliente ritardava il pagamento della fattura, all’inizio mi sentivo in imbarazzo nel sollecitarlo. Ma poi ho capito che non c’è niente di imbarazzante nel chiedere ciò che ti è dovuto. Se ho svolto un ottimo lavoro nelle condizioni stabilite e consegnato la traduzione nei tempi concordati, il cliente è tenuto a pagarmi nei tempi pattuiti, giusto?

Può sembrare una domanda sciocca, ma è importante ricordare che il freelance non lavora né per passione né per hobby. Non lavora per arrotondare, ma per fatturare. E che non sono i like e i follower a indicare che un’attività sta funzionando. È il fatturato. O meglio, il fatturato che cresce.

Grazie al fatturato in crescita, ho imparato a fare i giusti investimenti, come l’acquisto di SDL Trados Studio che è imprescindibile per un traduttore freelance.

E soprattutto ho imparato a dare il giusto valore alla risorsa più preziosa del freelance: il tempo.

Tempo da dedicare alla parte produttiva vera e propria, ossia la traduzione, ma anche alla contabilità, al personal branding, alla formazione, al networking.

E il tempo per sé. Staccare per andare a passeggiare con la cagnolina, per bere un caffè con un’amica, per partire per Roma e trascorrere tempo prezioso con la sorella gemella. Programmare un viaggio, una serata a teatro, leggere, andare al cinema.

Insomma, trovare l’equilibrio. Ci vogliono anni, ma è possibile. Continuando ad avere ambizioni, a fissare obiettivi e a lavorare sodo per raggiungerli. Continuando a crescere.

Perché non ci sarà mai un giorno in cui sentirò di “essere arrivata”. La parola successo è effimera. Perché anche se la mia attività è cresciuta molto, ciò che conta davvero è l’impegno, il sudore, la costanza, l’autodisciplina e il movimento verso la direzione scelta.

La strada continua.

Desideri un preventivo per una traduzione? Ecco qualche dritta

In questi anni di lavoro come traduttrice freelance, ho ricevuto richieste di traduzione di tutti i tipi. Persino da una lingua di lavoro che non mi compete, ossia il tedesco.

Infatti, malgrado le informazioni disponibili sul sito web del singolo traduttore freelance, talvolta il potenziale cliente (che ha sempre fretta), sorvola su alcuni dettagli che comportano tempistiche più lunghe anche solo per inviare un preventivo, perché il traduttore ovviamente chiede ulteriori dettagli per elaborare una stima su misura.

Il motivo?
La richiesta di traduzione fin troppo generica.

Ti faccio un esempio.

Ho bisogno di un preventivo per una traduzione piuttosto urgente di 20 pagine. Mi potrebbe dire tempi e costo?

Nella richiesta c’è qualcosa che non va: mancano le informazioni fondamentali.

Le combinazioni linguistiche

In quale lingua è scritto il testo da tradurre?
Io lavoro dall’inglese e dal francese all’italiano, quindi non accetto richieste dallo spagnolo o dal tedesco, ad esempio. Al massimo potrei suggerire alcuni colleghi traduttori che lavorano con altre combinazioni linguistiche.

Invia il file da tradurre in allegato

Questo elemento è trascurato spesso, ma è un fattore fondamentale. Se non mi dici qual è l’argomento della traduzione, come posso aiutarti? Idealmente dovrebbe rientrare nelle mie specializzazioni e, se hai contattato proprio me, significa che sai di quali si tratta.

Inoltre è necessario inviare il testo da tradurre al traduttore freelance affinché possa proporti un preventivo come si deve, che include il calcolo delle parole (o delle cartelle) da tradurre e la tariffa applicata, che dipende dalla complessità del testo, nonché dalla lunghezza, dal formato del file di partenza e da un altro elemento essenziale. Cioè…

La data di consegna

“Urgente” è una parola ricorrente nelle richieste di traduzioni. Ma è talmente ricca di sfumature che potrebbe significare: per oggi, per domani, per ieri, entro la settimana, per l’inizio della prossima settimana, ecc.

Se nella tua richiesta specifichi la data in cui vorresti ricevere la traduzione, semplifichi la vita del traduttore. E la tua. Perché il traduttore potrà presentarti un preventivo su misura rispettando i tempi richiesti.

Insomma, noi traduttori freelance abbiamo molte competenze, ma purtroppo non sappiamo leggere nel pensiero.

Quindi se hai bisogno di una traduzione, tieni a mente questi elementi che non devono mancare nella tua richiesta di preventivo ed eviterai perdite di tempo… soprattutto per te. 😉

Il francese, una storia d’amore

Il 20 marzo si celebra la Giornata Internazionale della Francofonia, che mira a valorizzare la cultura francofona e la lingua francese nel mondo.

Ti segnalo giusto un paio di dati significativi:

  • Il francese è la quinta lingua più parlata del mondo
  • Nel mondo ci sono 274 milioni di francofoni

Ma patrie, c’est la langue française.
Albert Camus

Insieme all’inglese (e ovviamente all’italiano, la mia lingua madre), il francese è la mia lingua di lavoro. Ed è una lingua che amo profondamente alla pari dell’inglese.

Tra marketing, turismo e moda, ogni giorno leggo, analizzo e traduco testi nella mia madrelingua per clienti che, guarda caso, sono per la maggior parte francesi.

Spesso noto un certo pregiudizio nei confronti di questa lingua e cultura da parte di chi mi circonda: il francese non piace a tutti, c’è chi lo ritiene simile all’italiano ma in verità troppo difficile da capire, chi rimane bloccato nella grammatica complessa, chi mastica il francese scolastico e chi preferisce trincerarsi nel cliché “i francesi sono snob”.

Quante volte si parla male dei parigini che non sono disponibili nei confronti dei forestieri? Ecco l’immagine diffusa: il forestiero chiede informazioni e il francese finge di non capire o si rifiuta di parlare inglese. Detesto questo stereotipo perché è tipico di noi italiani che dovremmo essere gli ultimi a tacciare i francesi di arroganza, visto il pessimo livello generale nelle lingue straniere.

Del resto, un forestiero che chiede informazioni a un romano non si trova generalmente di fronte a barriere linguistiche insormontabili? Quanti saprebbero rispondergli in inglese e non in italiano?

Insomma, questo atteggiamento superficiale mi fa pensare all’ostilità calcistica Italia-Francia. Essendo adulti, potremmo avere una maggiore apertura mentale, non credi? 🙂

Dopo essermi tolta questo sassolino dalla scarpa, vorrei raccontarti la mia storia d’amore con la lingua francese.

Tutto è cominciato a scuola, quando lo studio del francese alle elementari è stato il mio primo approccio con le lingue straniere. Ero la bambina che si applicava con maggiore entusiasmo nei confronti di questa lingua, di cui adoravo il suono, la pronuncia, la magia delle parole che non capivo e che poi assumevano un significato. Una caccia al tesoro, una caccia al senso e una ricerca linguistica che un giorno sarebbero diventate il mio pane quotidiano.

La scuola media è stata l’occasione di scoprire l’inglese, che ho affiancato al francese anche al liceo linguistico e all’università.

Mi piaceva andare oltre ciò che imparavo nelle cinque ore di frequenza e così le gite scolastiche, le certificazioni linguistiche e i soggiorni all’estero sono stati l’occasione di toccare con mano la lingua vera, quella che esiste oltre i testi scolastici: gli insegnanti madrelingua, i parigini, i monumenti, i negozi, i musei, i viaggi. Un universo così vivido che mi ha fatto perdere la testa per la musicalità della lingua, l’eloquio rapido e la raffinatezza che mi ispira il francese.

Mi sono innamorata della cultura francese anche con la letteratura. Uno dei primi approcci è stato Notre-Dame de Paris di Victor Hugo e lo splendido musical che ha rapito il mio immaginario da ragazzina quando, oltre alla versione italiana di Riccardo Cocciante, ho perso la testa per la versione originale in francese.

A 18 anni ho avuto una vera e propria folgorazione per Albert Camus, che ancora oggi è il mio scrittore preferito, su cui ho poi basato la tesi di laurea in Mediazione Linguistica.

E negli anni in cui ho scoperto il cinema francese, ho cementato il mio amore per questa lingua e cultura all’università: traduzioni, potenziamento della grammatica, terminologia specialistica, storia della lingua e letteratura francese e una splendida docente francese che mi ha trasmesso un’etica professionale inestimabile.

Oggi mi ritengo privilegiata nel lavorare con il francese e con clienti che sono fieri della loro lingua. Pensa che i francesi traducono tutto, francesizzano praticamente ogni termine straniero. Invece noi abbiamo un tale servilismo nei confronti dell’inglese da introdurre anglicismi e inglese maccheronico quando parliamo e scriviamo.

Insomma, sarebbe meglio scendere dal piedistallo con cui si giudicano i francesi per la loro altezzosità o distacco. Il metro di misura? La socievolezza e l’espansività sono tipici della nostra cultura, ma il comune denominatore tra le due culture è il rispetto. Che per i nostri cugini è una certa riservatezza e cortesia manifesti in quel “vous” ampiamente diffuso, a differenza del nostro darci del tu con maggiore frequenza.

Paese che vai… 😉

Sage est le juge qui écoute et tard juge
(Saggio è il giudice che ascolta e tardi giudica)