Come richiedere una traduzione

Ognuno ha i suoi contatti di lavoro privilegiati, dal telefono all’email.
Ecco quali sono i miei e perché, così evitiamo perdite di tempo da entrambe le parti. 🙂

Un’informazione da mettere in chiaro come premessa importante: non fornisco il mio numero di cellulare a chiunque, infatti non lo trovi neppure sul mio sito web, perché per il mio lavoro i contatti privilegiati sono per iscritto.

Del resto si tratta di traduzione, quindi ho bisogno di prendere visione del testo da tradurre.

Certo, poi possiamo sentirci anche telefonicamente per confrontarci su aspetti specifici del progetto, oppure consultarci via skype, ma concordando sempre e comunque il giorno e l’ora della chiamata.

Per questo i clienti esistenti hanno il mio numero di telefono, mentre preferisco non comunicarlo a chiunque in modo indifferenziato.

Il lavoro di traduttrice richiede concentrazione. Se sto traducendo o revisionando un testo, non posso essere interrotta per rispondere continuamente al telefono o controllare le notifiche. Lo faccio quando lo decido io, cioè quando posso.

Le richieste da non fare

Mi è capitato di ricevere richieste sulla Pagina Facebook o su LinkedIn, talvolta anche via WhatsApp.
In tal caso sposto la conversazione sulle email, perché è questo il canale che prediligo nel mio lavoro di traduttrice freelance.

Se mi contatti per un progetto di traduzione, non puoi aspettarti un preventivo scrivendo due righe via social come “Mi serve una traduzione, potresti aiutarmi?”.

Mancano dettagli essenziali: quali sono le lingue coinvolte? Per quando ti serve la traduzione? A chi è destinata? E soprattutto… dov’è il testo?

Se non leggo il testo di partenza, non posso preventivare proprio niente. La lunghezza e il formato del file, il settore e le lingue di lavoro sono informazioni fondamentali per poter elaborare un preventivo.

Le richieste da fare

Se hai bisogno della traduzione in italiano di un testo inglese o francese che rientra nei miei settori di specializzazione, puoi contattarmi dalla sezione Contatti del mio sito web o all’indirizzo email info@raffaellalippolis.com.

Ti chiedo due cose molto semplici:
– Specifica i dettagli del progetto, come la combinazione linguistica, ed eventuali tempistiche di consegna
– Allega il testo da tradurre

In questo modo potrò elaborare un preventivo personalizzato.

Non c’è nulla di troppo complicato.

Si tratta semplicemente di fare richieste mirate per evitare di perdere tempo in prima persona e di farmi perdere tempo.

Tutto questo è un ottimo punto di partenza per avviare una collaborazione. 😉

Cosa comunicare nei periodi di emergenza?

Non è soltanto il momento di restare a casa. Se il Coronavirus non ha avuto un forte impatto economico sul tuo lavoro (con chiusure, rinvii e annullamenti), è il momento di ripensare alle strategie di marketing e di comunicazione.

Covid-19 ha messo in discussione tutto. Nessuno era pronto a fronteggiare una pandemia.

Cosa non deve mancare innanzitutto? Solidarietà, senso di responsabilità civile e incoraggiamento.

Dato che il piano editoriale ha subito uno sconvolgimento, cosa è meglio comunicare di questi tempi?

Trasparenza, autenticità, empatia

Questa situazione riguarda tutti, senza distinzioni di cultura, religione, credo politico, situazione socio-economica.

Da un lato non è possibile fare finta di niente, pubblicando o condividendo contenuti che possono urtare la sensibilità altrui.

Dall’altro c’è chi non ne può più di articoli, trasmissioni, post, video e contenuti di ogni tipo riguardanti la pandemia e desidera distrarsi con qualcosa che non abbia nulla a che vedere con il Coronavirus.

Se non te la senti di continuare a postare online, dillo chiaramente. Non sparire senza avvertire il tuo pubblico di riferimento perché si potrebbe pensare al peggio.

Comunica ai tuoi clienti e fornitori qual è la tua situazione attuale

Puoi farlo sul sito web aziendale, sui social e nella newsletter.

Hai chiuso momentaneamente l’attività oppure hai adottato le misure necessarie per lavorare da casa? I tuoi collaboratori e clienti lavorano da remoto?

Hai modificato o ridotto gli orari di lavoro?

Fallo sapere.

Evita l’ironia e i meme sulla pandemia

All’inizio i video e le immagini che ironizzavano sul Coronavirus e sulle reazioni generali potevano pure divertire, ma da un po’ di tempo sono decisamente fuori luogo.

Si tratta di una pandemia, ci sono migliaia di morti e persone malate e forse un utente che legge o guarda un meme che hai pubblicato ha perso una persona cara. Non c’è niente da ridere.

Concedi rimborsi

Oltre ai negozi, al settore della cultura e dello spettacolo, tra i più colpiti a livello economico ci sono hotel, ristoranti, bar, villaggi turistici, b&b, stazioni sciistiche.

Probabilmente molti avevano prenotato e acquistato soggiorni, vacanze, biglietti per eventi, concerti e spettacoli che sono stati annullati o rimandati.

In tal caso occorre soddisfare le richieste di rimborso. Se è possibile, potresti fornire bonus o codici promozionali con cui inviti a posticipare la prenotazione.

Potenzia l’e-commerce e le consegne a domicilio

Se hai un’attività locale, potresti incoraggiare i tuoi clienti a restare a casa e organizzarti per garantire le consegne a domicilio.

Se vendi prodotti e hai già un e-commerce, è il momento di potenziarlo perché ora è l’unico canale che puoi utilizzare.

Cerchiamo di essere utili, ognuno nel suo piccolo. Condividiamo informazioni attendibili, scegliamo le parole con cura.

Il minimo movimento è importante per tutta la natura. L’intero oceano è influenzato da un sassolino.
Blaise Pascal

Esci dalla tua bolla culturale

Ognuno di noi vive in una bolla, che in genere oggi assume i contorni di ciò che accade online.

I social media filtrano la vita, fanno passare alcune cose mentre si tace su altre e si finisce per osservare la vita dell’altro che appare così perfetta e instagrammabile.

Eppure è soltanto una (drammatica) bolla. Ce ne sono altre, come la bolla culturale.

Cos’è la bolla culturale?

È il modo in cui guardi il mondo filtrato dalla tua cultura di appartenenza.

Proprio come sui social i tuoi valori, opinioni e credenze sono consolidati dal feed personalizzato, anche in questo caso ti limiti a ciò che è già parte della tua cultura. Del resto tendi a seguire chi ha un’opinione simile alla tua e tali idee si irrobustiscono perché trovano conferma nelle poche fonti a cui ti affidi ogni giorno.

Ecco il paradosso: internet spalanca una finestra più grande sul mondo, ma in realtà restringe il campo visivo.

“Dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse”

Ricordi L’attimo fuggente?

Il professor Keating diceva agli studenti: “È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva“.

Se guardi le cose da un’angolazione diversa, impari a non cadere nella trappola del giudizio.

Riconoscere e capire i vari punti di vista ti aiuta a comprendere valori, usanze e differenze culturali. Certo, sono diversi dai tuoi, nessuno ti chiede di condividerli, ma non puoi giudicare qualcosa come inferiore o sbagliato semplicemente perché è diverso.

Si tratta di uscire dai confini della tua tribù, una comunità ristretta con cui condividi valori, usanze e convinzioni, e guardare dagli occhi dell’altro.

Mutando prospettiva, ti accorgi che esistono aspettative, bisogni, desideri, esigenze e priorità differenti. E se lavori con clienti, fornitori o partner di altre lingue e culture, tutto questo ti aiuta a raggiungere compromessi e accordi, a risolvere conflitti e a negoziare con maggiore consapevolezza.

Questa empatia è essenziale in un contesto multiculturale, un luogo tutt’altro che frustrante da abitare. Perché ci ricorda la complessità intrinseca di cui siamo fatti e che siamo la somma di tutto ciò che incontriamo sul nostro percorso.

Un percorso che non ha le pareti sottili di una bolla, ma che si perde nella vastità dell’orizzonte.

Perché aggiungere i sottotitoli ai video aziendali

I contenuti video sono sempre più popolari. Si stima che entro il 2022 i video rappresenteranno oltre l’82% di tutto il traffico internet.

Qual è il motivo alla base di questa crescita?

L’utente medio non si sofferma più a leggere gli articoli o i post di un blog (!), è sempre di fretta, ricorda poco ciò che legge e preferisce fruire in modo diverso dei contenuti online. In cima alla classifica ci sono proprio i video.

Infatti le immagini e i suoni rimangono maggiormente impressi nella memoria. Per questo un’azienda dovrebbe includere i video nella propria strategia di marketing.

Il video marketing è lo strumento ideale per rafforzare l’identità del brand. Grazie ai video apprezzati dagli utenti, aumentano le condivisioni e le visualizzazioni perché si lavora tanto sulle emozioni e c’è quel potenziale di viralità a cui tutti ambiscono più o meno tacitamente.

La situazione tipica

L’utente sta scorrendo la sua bacheca Instagram o Facebook, è un follower della pagina aziendale e si imbatte nel video che hai appena pubblicato.

Vorrebbe visualizzare il video apparso nel suo feed, però non può attivare l’audio perché si trova sui mezzi pubblici, in un locale, in una sala d’attesa. O magari è in ufficio e non vuole che il capo si accorga che non sta lavorando, bensì sta facendo tutt’altro.

Non ha le cuffiette a disposizione, quindi l’unica scelta possibile è andare oltre e ignorare il tuo video.

Come convincere l’utente a cliccare su play?

Con i sottotitoli!

Un video sottotitolato:

  • è la soluzione al dilemma di sopra. Chi non può attivare l’audio può guardare comunque il video e capire il suo contenuto grazie ai sottotitoli. Quindi se si tratta di un video in italiano, i sottotitoli nella stessa lingua aumentano il bacino di utenza.
  • migliora l’accessibilità perché ha un pubblico di riferimento più ampio, ossia i non udenti.
  • rafforza la brand awareness coinvolgendo il target internazionale. Se il video che presenta il tuo marchio è in italiano, grazie ai sottotitoli in inglese il numero di utenti che lo guarderà e lo comprenderà aumenta in modo esponenziale.

Ora torna ai primi cinque paragrafi di questo articolo e rifletti su quanto il video aziendale sottotitolato possa fare la differenza.

Sì, ma di quali video parliamo?

– Video istituzionale
– Tutorial
– Spot
– Interviste in fiera
– Formazione

Insomma, non ti resta che scegliere, stabilire un budget e creare la strategia migliore per la tua azienda con i collaboratori giusti.

La domanda da farti per diventare un turista migliore

Viaggiare apre la mente ed è un’esperienza che tutti dovrebbero concedersi. In effetti, chiunque può permettersi di viaggiare con un budget modesto, il che è decisamente un progresso rispetto a qualche decennio fa.

Ma il flusso turistico ormai esponenziale ha anche i suoi lati negativi, come l’overtourism, ossia l’eccesso di turisti e il conseguente impatto sulla comunità locale (pensa a ciò che accade con le navi da crociera a Venezia).

Il profilo del turista in questi casi: non rispetta la cultura del posto, si siede in punti in cui è vietato, tocca oggetti o porta via qualcosa anche se non è consentito, getta rifiuti, sporca, inquina, fa baccano.

Secondo l’Organizzazione mondiale del turismo, gli arrivi di turisti internazionali saranno pari a 1,8 miliardi entro il 2030, quindi la situazione potrebbe precipitare ulteriormente.

Ciò non significa che bisogna scoraggiare i turisti e disincentivare al viaggio. Però vorrei invitarti a riflettere su un punto trascurato che oggi alimenta questo fenomeno e che rivela quanto possiamo fare in prima persona.

Perché viaggi?

Qual è il reale motivo per cui parti per una destinazione in particolare?

Aprire i tuoi orizzonti, visitare un luogo in cui non sei mai stato, rilassarti: queste risposte sono sempre valide, però deve esserci qualcosa di più che ti spinge a scegliere una meta piuttosto che un’altra.

La tendenza generale è la spettacolarizzazione della personale esperienza di viaggio:

  • scattare selfie che mettono in secondo piano lo scenario, il panorama, il monumento;
  • farsi immortalare in una posa studiata in un luogo simbolico o dalla palette perfetta per Instagram;
  • postare scatti e video sui social in cui il soggetto appare al meglio nel luogo di vacanza e magari finge di fare tutt’altro o di guardare da un’altra parte;
  • il luogo è un mero sfondo, al centro dell’attenzione c’è il soggetto.

Qual è il tacito e reale obiettivo di questo atteggiamento? Avere una prova di essere stato proprio lì da sfoggiare davanti agli altri.

Come dice Eduardo Santander, direttore della European Travel Commission, “La vera domanda è: vuoi davvero andare in un posto oppure vuoi dimostrare agli altri di esserci stato?“.

Le tariffe aeree sono in genere accessibili, con le piattaforme online la prenotazione è immediata, così un numero crescente di persone è disposto ad andare dall’altra parte del mondo semplicemente per farsi immortalare in un canyon, in una foresta tropicale, in un tempio orientale.

Vuoi far vedere agli altri che anche tu sei stato in quel posto instagrammabile apparso nel tuo feed? Con il geotag di Instagram ottieni facilmente la mappa che ti interessa: non occorre conoscere la cultura locale, leggere una guida o cercare informazioni approfondite sul luogo. Accedi facilmente alla mappa, prenoti il viaggio, ti fai immortalare proprio lì, posti la foto sui social ed è fatta: like, commenti di utenti che ti invidiano, apprezzamenti, momenti di gloria da wannabe influencer.

Capisci qual è il punto della questione?

Questa esperienza di viaggio ti lascia sulla superficie delle cose. Un paragrafetto letto su una destinazione da sogno o il selfie dell’amico nella piscina a sfioro di Santorini non dovrebbero essere la forza motrice che ti spinge a metterti in viaggio.

turista migliore

Cosa puoi fare in prima persona per diventare un turista migliore
  1. Innanzitutto mostra buon senso e rispetto per la cultura locale, che non sono mai fuori moda. Anzi, stanno diventando una perla rara.
  2. Chiediti cosa vuoi vedere davvero di quel posto: cosa vuoi fare, provare, imparare proprio lì. Non visitare quel luogo perché lo fanno tutti, pianifica il viaggio per sfruttare al meglio i giorni che hai a disposizione.
  3. Abbandona i sentieri battuti. Non puntare sulle attrazioni più turistiche, cerca qualcosa di insolito, amplifica i sensi per lasciarti stupire dal nuovo posto che stai visitando.
  4. Coltiva una curiosità genuina sulla destinazione non dettata dalla cultura del selfie e del “ci vanno tutti, devo andarci anch’io”.

Viaggiare non è un elenco di luoghi che hai visitato da mettere in mostra davanti agli altri. È un privilegio, una fonte di ricchezza personale, ti cambia, ti riempie gli occhi, ti fa scoprire nuovi profumi e sapori, suoni mai uditi prima, persone, luoghi, abitudini, tradizioni e bellezze che diventano parte del tuo patrimonio personale. Sarà questo il bagaglio che porterai sempre con te per tutta la vita, non il trolley.

Perché, come dice il proverbio cinese, quando torni da un viaggio non sarai mai la stessa persona di prima.

5 consigli sulla traduzione per chi gestisce una struttura ricettiva

Il turismo è uno dei settori di punta per l’Italia: l’affluenza riguarda città d’arte, borghi, siti Patrimonio dell’Unesco, località di mare e di montagna e tanto altro. Dato che le presenze dei turisti stranieri sono in costante crescita in tutta la penisola, i titolari di alberghi, villaggi turistici, bed and breakfast, campeggi, case vacanze, resort, comprensori sciistici e centri benessere farebbero meglio a essere preparati ad accoglierli al meglio.

Quali sono gli elementi e le informazioni fondamentali da fornire alla clientela straniera?

Uno staff poliglotta alla reception e al ristorante, il sito internet della struttura ricettiva, il menù del ristorante, il regolamento interno, i termini e le condizioni di prenotazione tradotti almeno in inglese.

1. Non solo l’inglese

L’inglese è la lingua imprescindibile in cui tradurre i contenuti di una struttura ricettiva. Ma sarebbe meglio fornire una traduzione in almeno tre lingue. Quali scegliere oltre all’inglese?

Ti lascio due suggerimenti per distinguerti dalla concorrenza:

  • Da quali Paesi provengono i tuoi clienti stranieri? Se la tua struttura è al confine con la Francia, probabilmente l’affluenza dei turisti francesi è notevole. Oppure arrivano soprattutto dalla Germania? In tali casi, il francese e il tedesco sono un’ottima opzione.
  • Punta sulle lingue orientali, dato che i turisti russi e cinesi aumentano sempre più in Italia, soprattutto nel segmento del lusso.
2. Email prima, durante e dopo la prenotazione

La corrispondenza con il potenziale cliente straniero è determinante: da potenziale potrebbe diventare un cliente effettivo e magari tornare più volte nella tua struttura. Pertanto la comunicazione multilingue deve essere curata al meglio, affidando la traduzione delle email a un professionista:

  • messaggi automatici (ma personalizzati il più possibile) al momento della richiesta di informazioni e della prenotazione
  • promemoria qualche giorno prima del check-in nella struttura ricettiva
  • richiesta di recensioni online e feedback dopo il soggiorno
  • auguri di compleanno/Natale/Anno Nuovo/Pasqua al cliente
3. Cura meglio la newsletter

Puoi inviare la tua newsletter tradotta a chi si è iscritto per ricevere tutte le novità sulla struttura. Puoi informare i clienti stranieri su offerte, sconti e promozioni per un soggiorno di minimo una settimana, per i Senior oppure in occasione di periodi particolari dell’anno, come un soggiorno in coppia nel periodo di San Valentino.

Un’altra novità da segnalare al cliente è il listino prezzi, ma potresti andare oltre per spiccare sui concorrenti: fornisci suggerimenti sui luoghi dei dintorni da visitare, sugli eventi più interessanti e sulle tradizioni del posto.

4. Materiali promozionali aggiornati e tradotti

Per inserire le novità della nuova stagione turistica, hai aggiornato il catalogo o la brochure della tua struttura ricettiva: nuove immagini di qualità, nuovi testi (magari scritti da un copywriter), nuove tariffe, impianti e periodi di apertura e chiusura.

Presenta una versione multilingue dei materiali promozionali in base alla clientela di riferimento.

5. Relazioni sui social con gli utenti stranieri

Oggi l’assistenza clienti avviene anche sui social network, soprattutto Facebook e Twitter. Instagram è il canale per eccellenza dove condividere le proprie vacanze, grazie alle migliaia di foto postate ogni giorno.

Quindi non trascurare la relazione con gli utenti stranieri sui social: rispondere ai commenti, interagire tramite chat, pubblicare contenuti e hashtag multilingue, nonché video sottotitolati in inglese. Evita la traduzione automatica e rivolgiti a un traduttore professionista.

Parla con il tuo pubblico usando la sua lingua e raccontando ciò che gli sta a cuore.
Jonathan Lister

Freelance e vacanze: riesci a staccare?

A differenza di un dipendente che ha le ferie retribuite, un freelance che va in vacanza è consapevole che, se non fattura perché è in pausa, allora non guadagna.

Infatti può essere difficile concedersi una vacanza, soprattutto quando dura più di una settimana. Perché tendi a pensare che i clienti non possono fare a meno di te, ma temi che trovino qualcun altro che ti sostituisca, oppure un potenziale cliente potrebbe contattarti proprio quando non stai lavorando e cerchi di riposare un po’.

Così non riesci a rilassarti in pieno e a godere di momenti rigeneranti in orizzonti diversi: un viaggio, il mare, un luogo mai visto e da scoprire…

Ma staccare è importante per dedicare più tempo a se stessi e ad attività che ti piacciono e per le quali non hai mai tempo. Puoi abbracciare un ritmo di vita più lento, che possa rigenerare e darti la carica necessaria quando tornerai al lavoro.

Qual è la tua esperienza di freelance che va (o non va) in vacanza?

Fai una vacanza breve di qualche giorno oppure ti concedi almeno due settimane?

Digital detox

Le vacanze sono il momento ideale per disconnettersi dal digitale: email, social media, notifiche e quant’altro vengono accantonati per giorni per riposare la mente sempre connessa.

Ma è davvero così?

Quando sei in vacanza ti disconnetti proprio da tutto oppure in realtà controlli le email almeno una volta al giorno?

Per non parlare dei social, che non vengono usati soltanto nell’ambito professionale, anzi. In vacanza pubblichi foto, commenti e post che documentano la tanto sospirata pausa? Oppure preferisci considerare le vacanze come un momento privato, da condividere con chi ti circonda e non con chi è online?

Quindi ti chiedo: durante le vacanze, riesci a staccare da tutto e da tutti o invece ti connetti ogni tanto?

Raccontami la tua esperienza. 😀

Hai adattato la grafica del tuo materiale promozionale multilingue?

Se hai un’attività professionale che mira a intercettare i clienti all’estero, la traduzione del materiale promozionale è un passo fondamentale: cataloghi, brochure, sito aziendale, e-commerce e magari post sui social.

Ma dopo aver stabilito in quali lingue tradurre questi contenuti in base al mercato target, occorre aggiungere qualcos’altro per consolidare la strategia di marketing multilingue.

Si tratta della localizzazione, che comprende anche l’adattamento della grafica del materiale promozionale.

Molte aziende trascurano questa fase e, agli occhi del potenziale cliente straniero, non dimostrano di conoscere a fondo la cultura di riferimento.

Infatti le differenze culturali si riflettono anche nella grafica, ad esempio nella scelta e nella disposizione delle immagini, nonché nell’uso di colori e simboli.

Immagini

Nei Paesi occidentali, il senso di lettura va da sinistra verso destra. Ma in arabo si scrive e si legge da destra a sinistra, quindi la disposizione delle immagini dovrebbe tener conto di questa differenza quando si adatta un contenuto promozionale nella lingua araba.

Perciò non trascurare le differenze culturali nell’impaginazione!

Attenzione anche alle immagini che raffigurano le persone. Non scegliere modelli o immagini stock con uomini e donne occidentali, se stai adattando le immagini ai Paesi orientali.
Inoltre non offendere la sensibilità culturale di riferimento a causa della diversa percezione della nudità: una modella che espone alcune parti del corpo non è accettata da alcune culture del Medio Oriente.

Colori e simboli

Le differenze culturali si manifestano anche nell’uso dei colori. Ad esempio, il bianco è associato alla purezza e all’innocenza nei Paesi occidentali, mentre è il colore del lutto in Cina e in India.

Rifletti anche sulle emoticon e le faccine che ormai abbondano sui social network.
Il simbolo con il gesto del pollice in su associato al “mi piace” di Facebook può presentare alcuni problemi, perché non comunica sempre approvazione, condivisione e incoraggiamento come per gli europei e gli americani. Si tratta di un gesto volgare ed estremamente offensivo in alcune culture asiatiche e in Estremo Oriente.

Come puoi vedere, è indispensabile tener conto delle preferenze della cultura di riferimento quando si adatta non solo il testo ma anche la grafica del materiale promozionale multilingue.

Prima di stampare e pubblicare i tuoi contenuti, rifletti su questi elementi e avrai una marcia in più rispetto alla concorrenza. 😉

Il traduttore non è l’interprete! Un caso (ahimè) noto

Se c’è una cosa che non sopporto è la continua confusione tra due figure professionali distinte: l’interprete e il traduttore.

Del resto non pensiamo che un cardiologo e un neurologo siano la stessa cosa solo perché entrambi laureati in Medicina. È vero, c’è una base comune, ma si tratta di specialità differenti!
Allo stesso modo l’interprete e il traduttore sono accomunati dalle competenze linguistiche, però svolgono due professioni diverse.

Eppure questa distinzione è difficile da comprendere per i non addetti ai lavori.

Questo è un esempio recente.

Lunedì 6 giugno 2016 si è svolta la conferenza di presentazione del nuovo proprietario dell’Inter, il presidente Zhang Jindong.
Il discorso del presidente cinese è stato trasmesso in diretta streaming ed è ormai diventato celebre per un motivo in particolare. Più che la maggioranza delle quote dell’Inter ora di proprietà della Cina, a destare l’attenzione generale sono stati gli errori dell’interprete di simultanea culminati con la clamorosa gaffe: “Vogliamo riportare il Milan al top”.

All’orrore degli interisti, si aggiunge l’ilarità dei social network, che hanno evidenziato la gaffe e ironizzato sul destino dell’interprete che è stato subito sostituito.

Sono tante le cose che mi hanno infastidito di questa vicenda, non in quanto interista, ma in quanto traduttrice.

  • Innanzitutto la professionalità messa in discussione e il dubbio che nasce inevitabilmente: non sarebbe stato meglio proporre una simultanea in relais (cinese-inglese-italiano)?
  • Prima di una conferenza, l’interprete si prepara a dovere grazie anche ai materiali che il cliente gli fornisce e che vanno a integrare le competenze linguistiche, culturali e terminologiche del professionista.
  • Sorge il dubbio che la committenza abbia voluto risparmiare scegliendo un interprete non molto preparato invece di un professionista esperto, perché di certo non mancano i simultaneisti che lavorano con la combinazione linguistica cinese-italiano.
  • Il modo in cui i media hanno riportato la vicenda: quasi ovunque si parla della “gaffe del traduttore” nei titoli per poi affermare che “l’interprete diventa subito idolo”. E l’ignoranza e la mescolanza delle due figure vengono reiterate nei commenti sui social network.

Dopo un bel po’ di amarezza, chiudiamo con una nota: le scuse e l’ironia dell’interprete in questione.

#scusateilgaffo 🙂

La cosa principale che non deve mancare in vacanza

Quando parti in vacanza, c’è sicuramente una lista di cose che non devono mai mancare. Ma in questo post non mi riferisco agli oggetti che porti con te in valigia, come le creme solari o il costume da bagno, bensì a qualcosa che ti aspetti di trovare a destinazione.

Forse hai già capito cosa intendo. Oppure hai vagamente intuito dove voglio arrivare?

Nel momento in cui programmi una vacanza, pensi a cosa vorresti fare e vedere in viaggio: paesaggi insoliti, musica, intrattenimento, serate in spiaggia, mare e riposo. Però molte varianti dipendono dal luogo in cui hai scelto di trascorrere le ferie, perché magari visiti una città d’arte e non una località balneare, oppure ti dedichi al turismo rurale, o preferisci i luoghi desolati in montagna.

Quanto alla soluzione che hai scelto per il pernottamento, ci sono molti aspetti che dai per scontato: la pulizia, il silenzio, i servizi essenziali e un personale affabile sono le prerogative che abbiamo tutti, indipendentemente dal luogo dove soggiorniamo.

Ma oggi c’è un’altra cosa che ti aspetti di trovare in vacanza e che influenza le tue scelte: la connessione Wi-Fi.

Visiti il sito di un hotel, un bed and breakfast, un appartamento in affitto e il Wi-Fi è tra le prime cose che cerchi. Ovviamente ci sono casi in cui è impossibile avere una buona connessione internet, come in alta quota.

E anche se alcuni preferiscono disconnettersi completamente in vacanza per vivere i giorni di riposo lontano dalla tecnologia, molti hanno bisogno di controllare periodicamente la posta elettronica o non possono fare a meno dei social network.

Ormai il turista vuole condividere le foto della propria vacanza sui social, soprattutto Facebook e Instagram. Anche se le aziende chiudono per ferie, molti profili aziendali sui social media non vengono aggiornati e alcuni blog decidono di non pubblicare per alcune settimane, l’attività online in estate è decisamente intensa grazie agli utenti che pubblicano e condividono ogni dettaglio della propria vacanza.

E avere a disposizione la connessione Wi-Fi diventa un plus non indifferente.

Le strutture ricettive dovrebbero tenere conto di questo fattore ormai determinante nella scelta del turista. Se all’estero questa soluzione è più diffusa, in Italia stenta ancora a decollare.

Invece gli operatori turistici che vogliono distinguersi dalla massa, dovrebbero dotarsi al più presto di una connessione Wi-Fi da mettere a disposizione dei propri ospiti: potranno così fidelizzare il turista e ottenere un buon passaparola e recensioni positive, visto che il Wi-Fi influisce molto sul giudizio dei visitatori.

E ora confessa: anche tu cerchi il Wi-Fi in vacanza?