La cosa principale che non deve mancare in vacanza

Quando parti in vacanza, c’è sicuramente una lista di cose che non devono mai mancare. Ma in questo post non mi riferisco agli oggetti che porti con te in valigia, come le creme solari o il costume da bagno, bensì a qualcosa che ti aspetti di trovare a destinazione.

Forse hai già capito cosa intendo. Oppure hai vagamente intuito dove voglio arrivare?

Nel momento in cui programmi una vacanza, pensi a cosa vorresti fare e vedere in viaggio: paesaggi insoliti, musica, intrattenimento, serate in spiaggia, mare e riposo. Però molte varianti dipendono dal luogo in cui hai scelto di trascorrere le ferie, perché magari visiti una città d’arte e non una località balneare, oppure ti dedichi al turismo rurale, o preferisci i luoghi desolati in montagna.

Quanto alla soluzione che hai scelto per il pernottamento, ci sono molti aspetti che dai per scontato: la pulizia, il silenzio, i servizi essenziali e un personale affabile sono le prerogative che abbiamo tutti, indipendentemente dal luogo dove soggiorniamo.

Ma oggi c’è un’altra cosa che ti aspetti di trovare in vacanza e che influenza le tue scelte: la connessione Wi-Fi.

Visiti il sito di un hotel, un bed and breakfast, un appartamento in affitto e il Wi-Fi è tra le prime cose che cerchi. Ovviamente ci sono casi in cui è impossibile avere una buona connessione internet, come in alta quota.

E anche se alcuni preferiscono disconnettersi completamente in vacanza per vivere i giorni di riposo lontano dalla tecnologia, molti hanno bisogno di controllare periodicamente la posta elettronica o non possono fare a meno dei social network.

Ormai il turista vuole condividere le foto della propria vacanza sui social, soprattutto Facebook e Instagram. Anche se le aziende chiudono per ferie, molti profili aziendali sui social media non vengono aggiornati e alcuni blog decidono di non pubblicare per alcune settimane, l’attività online in estate è decisamente intensa grazie agli utenti che pubblicano e condividono ogni dettaglio della propria vacanza.

E avere a disposizione la connessione Wi-Fi diventa un plus non indifferente.

Le strutture ricettive dovrebbero tenere conto di questo fattore ormai determinante nella scelta del turista. Se all’estero questa soluzione è più diffusa, in Italia stenta ancora a decollare.

Invece gli operatori turistici che vogliono distinguersi dalla massa, dovrebbero dotarsi al più presto di una connessione Wi-Fi da mettere a disposizione dei propri ospiti: potranno così fidelizzare il turista e ottenere un buon passaparola e recensioni positive, visto che il Wi-Fi influisce molto sul giudizio dei visitatori.

E ora confessa: anche tu cerchi il Wi-Fi in vacanza?

Conviene aprire la Partita Iva entro la fine del 2015?

Aprire la Partita Iva entro il 2015? Chissà in quanti si pongono questa domanda…

Anche se siamo nel pieno dell’estate e tutti pensano alle vacanze, ad agosto e al mare, spero tanto che, oltre a staccare dal lavoro, l’italiano medio non spenga anche il cervello in queste settimane.

Così mentre in molti pensano alle ferie, io vorrei attirare l’attenzione su un altro argomento, il lavoro, e nello specifico, i regimi di agevolazione dei lavoratori autonomi.

Ne avevamo già parlato a fine 2014, quando è stato approvato il Nuovo Regime dei Minimi o Regime Forfettario, la beffa dei neo freelance.
Ricordi? La differenza sostanziale tra il Regime dei Minimi e il Regime Forfettario è che nel primo si applica l’imposta sostituiva al 5%, mentre nel secondo la percentuale sale al 15%. Inoltre la soglia di fatturato del Regime dei Minimi è pari a 30 000 euro, mentre nel Regime Forfettario va da un minimo di 15 000 euro a un massimo di 40 000 euro, a seconda del tipo di attività.

Aggiungiamo il costante problema per i lavoratori con Partita Iva iscritti alla Gestione Separata. A gennaio 2015 era scattato l’aumento previsto dell’aliquota contributiva dal 27,72% al 29,72%.
Ma il governo ci ha ripensato ed è arrivato il contentino: per tutto il 2015 è stato prorogato il Regime dei Minimi ed è stata ripristinata l’aliquota INPS al 27,72%.

Possiamo stare tranquilli?
No.

Perché al momento attuale l’aumento dell’aliquota contributiva è confermato per il 2016 ed è destinato a salire progressivamente fino al 33%.
Nel frattempo qualcosa si muove, perché pare che con la Legge di Stabilità 2016 si cercherà di bloccare nuovamente l’aumento contributivo, ma il Regime Forfettario sostituirà il Regime dei Minimi.

Sì, tutto questo è un bel minestrone. Allora cosa dovrebbero fare quei cittadini italiani intenzionati ad aprire la Partita Iva? Gli aspiranti freelance hanno millemila dubbi in proposito.

Ma la soluzione è una sola: parlare con un bravo commercialista e valutare la propria situazione personale. E poi attivarsi di conseguenza, perché forse converrebbe avviare l’attività prima della fine dell’anno.

In ogni caso il mio consiglio è questo: non spegnere il cervello, continua a informarti e a tenerti aggiornato sulle novità, perché questi guazzabugli fiscali si ripresentano puntualmente a dicembre scatenando il panico.

Quindi sì, siamo in estate e pensiamo al mare, ma è meglio farsi trovare pronti.

Suggerimenti utili per le vacanze del freelance

Sei un freelance e stai per andare in vacanza?
Ti lascio alcuni suggerimenti utili per le tue settimane di riposo: consigli da seguire e proposte da mettere in pratica per ricaricare le batterie.

“Aperti per ferie” è il motto che potrebbe campeggiare sul mio business estivo. Sì, la mia pausa vera e propria non sarà durante queste settimane afose, mentre più o meno tutti staranno in panciolle al sole.

Quindi, per quanto mi riguarda, i progetti di lavoro di questa estate sono i benvenuti.

Ma se tu ti stai preparando a qualche giorno o settimana di vacanza, sarebbe meglio ripassare alcuni suggerimenti specifici per le vacanze del freelance.
Perché se da un lato saresti portato a pensare che le vacanze sono il male perché “vacanze freelance = non fatturo”, dall’altro sai benissimo che è importante staccare e riposare per poi ripartire alla grande.

Allora ricorda innanzitutto di concludere ogni progetto in sospeso ed emettere le relative fatture ai tuoi clienti. Di certo sai che il saldo probabilmente lo avrai a settembre (se va bene), visto che il mondo si ferma ad agosto, soprattutto in Italia…

E poi leggi questi articoli scritti da colleghi freelance, ricchi di spunti e di consigli da seguire prima di andare in vacanza e di suggerimenti utili per gestire le tue giornate di riposo.

Freelance e vacanze: come organizzarsi. Checklist
Le vacanze del buon freelance
Cose da (non) fare se sei un freelance in vacanza
E ora dimmi, caro freelance: tu che farai per le vacanze estive?
Hai deciso di staccare, vero? Che progetti hai per l’estate?

L’età dell’innocenza… del traduttore

Questa non è la storia del traduttore che da bambino amava giocare con le parole e sfogliare i libri colorati invece di dilettarsi con bambole e giocattoli.
Mi riferisco invece all’età dell’innocenza del traduttore, cioè quel periodo in cui l’aspirante giovane traduttore pensa al suo avvenire guardandolo con un incanto dovuto all’inesperienza.

Le ingenuità del traduttore sono soprattutto tipiche della sua giovinezza, di quei momenti in cui inizia a maturare in lui il desiderio di lavorare come traduttore professionista.

Confesso che anni fa ero animata dalla velleità della traduzione letteraria. Immagino che più o meno tutti i traduttori abbiano desiderato – magari anche per poco tempo – di tradurre per la letteratura. Poi invece il percorso professionale intrapreso è nettamente estraneo all’editoria.

Nel corso del tempo mi è capitato di leggere e sentire alcune affermazioni che mi hanno fatto sorridere, perché spesso l’aspirante traduttore guarda al futuro con quell’ottimismo e una certa visione semplicistica che nasce proprio dall’innocenza di un progetto non ancora bel delineato.

Ecco alcune manifestazioni dell’età dell’innocenza del traduttore:
  1. Voglio tradurre per attori e registi famosi come fa Olga Fernando.
    (Poi l’aspirante traduttore si rende conto che in questo caso non si tratta di lavorare come traduttore, bensì come interprete.)
  2. Da grande voglio tradurre romanzi. Diventerò un traduttore letterario!
  3. Amo il cinema e le serie tv, quindi mi dedicherò alla traduzione professionale di sottotitoli.

La lista delle ingenuità tipiche del periodo in cui inizia a germogliare il desiderio di lavorare come traduttore è certamente lunga.

Ti riconosci in una di queste affermazioni?
Cosa aggiungeresti in base alla tua esperienza?

Lavoro freelance: ci vorrebbe un amico?

Prima o poi, caro freelance, ti capita l’amico cliente. Un amico ha bisogno del tuo servizio professionale e si rivolge a te senza pensarci due volte. E lo fa perché ti conosce, perché si fida.

Sembra che metà dell’opera sia già alle tue spalle, visto che non hai dovuto sudare per ottenere il lavoro e conquistare la fiducia di un cliente sconosciuto. L’amico sa come lavori, quali sono le tue competenze, magari in passato ti ha portato qualche prezioso cliente innescando il passaparola.

Ma l’amico è il migliore o il peggior cliente del freelance?

Forse dipende dall’amico. Ma dipende anche dal freelance.

Quando il tuo amico diventa il tuo cliente, le circostanze si complicano. Le variabili in gioco sono tante, spesso irrazionali, e danno vita a situazioni di questo tipo:

  1. Grazie all’amico hai ottenuto un ottimo cliente. Così ora ti senti in debito nei suoi confronti e pensi di dovergli un favore.
  2. L’amico si aspetta che lavori gratis, in quanto amico.
  3. Per te è difficile farti pagare. In fondo si tratta di un amico, perché dovrebbe?

La soluzione a tutto questo è una sola: l’amico ti deve pagare perché è un cliente!

Si tratta pur sempre di lavoro, il tuo lavoro, quello con cui ti guadagni da vivere. E come tale va retribuito.

Probabilmente ti senti a disagio nel presentare la fattura al tuo amico, provi persino un senso di colpa. Ma questo non giustifica il fatto che il lavoro debba essere svolto gratis.
Se proprio vorresti ricambiare un favore (?), offrigli una cena, un film al cinema, dagli un passaggio in macchina. Insomma, hai capito.

Pensaci: se avessi un amico che fa il dentista, credi davvero che non sborseresti neppure un centesimo per la sua prestazione professionale?

Il modo di venire incontro al tuo amico cliente c’è. Potresti applicare una tariffa ridotta per la tua consulenza o il servizio svolto, oppure fornire un servizio extra in omaggio, soprattutto quando il lavoro per lui è occasionale e non quando si tratta di una collaborazione continuativa.

Sei d’accordo? Ti è capitato di lavorare gratis per un amico cliente?

Hai paura? È il momento giusto di saltare!

Il momento di saltare è sempre e solo uno: quando abbiamo una gran paura.
Che si tratti di una scelta della vita privata o di una decisione che riguarda la professione, la paura è il mezzo per catalizzare la motivazione.

Potrebbe sembrare un paradosso, visto che quando abbiamo paura ci ritroviamo in uno stato di immobilità che ci induce a rimanere dove siamo, a non muovere un passo oltre, come se fossimo sull’orlo di un precipizio. E allora come si fa ad andare avanti, se restiamo fermi?

a most violent yearDi recente ho visto 1981: Indagine a New York (A Most Violent Year), il film di J.C. Chandor con due strepitose interpretazioni di Oscar Isaac e Jessica Chastain.

Tra le varie cose che ho apprezzato del film, c’erano diversi spunti e strategie imprenditoriali che possono essere di ispirazione. Perché in un contesto dominato dalla corruzione e disseminato di vie facili da seguire solo a patto di compromettere l’onestà, ho intravisto uno spiraglio: il modo giusto per affrontare le cose è agire con integrità e correttezza. Sta a noi valutare, decidere e agire di conseguenza. Anche perché alla fine di tutto finisci per imbatterti nella tua coscienza.

Così il salto nel vuoto è un rischio, un po’ come quella volta in cui hai imparato a tuffarti da uno scoglio molto alto. Ricordi il modo in cui tremavi all’idea di affrontare quella profondità che ti sembrava un abisso? Avevi paura dell’ignoto e quello era il momento giusto di saltare.

La paura non deve paralizzarti, devi cercare di razionalizzare ciò che stai provando e buttarti. Solo così non rimarrai al punto in cui ti trovi, ma potrai proseguire oltre trovando il giusto equilibrio fra prudenza, coraggio e un po’ di avventatezza.

“When it feels scary to jump, that is exactly when you jump. Otherwise you end up staying in the same place your whole life.”
A Most Violent Year

4 modi per aumentare la produttività

Parlare di produttività è opportuno in qualsiasi stagione. Anche in estate, ossia il momento più adatto per non lasciarsi prendere dalla svogliatezza tipica della bella stagione e continuare a darsi da fare.

Se da un lato sospiri pensando alle ferie o alle vacanze che ti aspettano, che tu sia freelance o dipendente, devi continuare a impegnarti sul lavoro e aumentare la produttività.

I suggerimenti che ti indico qui di seguito non riguardano l’uso di applicazioni o strumenti per accelerare il lavoro e ottimizzare la produttività, ma condividono un aspetto fondamentale: tutto si basa sul tuo atteggiamento mentale.

1. Organizza e pianifica le attività.
La sera precedente o la mattina stessa (dipende da te), dedica qualche minuto alla pianificazione delle attività che ti aspettano. Le famose liste delle cose da fare non sono fumo negli occhi, ma ti aiutano a ordinare le idee e organizzare la giornata di lavoro. E non dimenticare di tenere in ordine la scrivania, perché la confusione influenza il tuo atteggiamento nei confronti del lavoro, alimentando il caos mentale.

2. Fai prima ciò che è urgente e più impegnativo.
Hai una mail importante da scrivere o a cui rispondere, una telefonata fondamentale per la giornata o la settimana di lavoro. Ebbene: stabilisci subito le priorità, porta a termine ciò che è urgente e non rimandare o posticipare qualcosa di impegnativo. Fallo subito e potrai eliminare l’ansia che ti assale, alleggerendoti di un peso.

3. Evita le distrazioni, ma fai delle pause.
Soprattutto quando il richiamo del mare è più forte di quello del dovere, è facile cadere nella trappola e procrastinare. Un’occhiata ai social e muori di invidia guardando le foto degli amici in spiaggia, poi le notifiche da leggere, i messaggi su WhatsApp… è una spirale senza fine. In questo modo la produttività rimane un’illusione e le ore passano senza concludere nulla. Allora evita le distrazioni per mantenere la concentrazione, ma ricordati di concederti delle piccole pause per riposare la mente e il fisico, sgranchirti un attimo, allontanare gli occhi dal monitor e ripartire più carico.

4. Prendi una decisione e agisci subito.
Spesso le decisioni ci spaventano e così tendiamo a rimandarle. Oppure siamo sopraffatti dalle cose da fare e veniamo assorbiti dal flusso del multitasking. Invece occorre analizzare le decisioni che abbiamo di fronte e agire. Se si tratta di qualcosa di molto complesso, è giusto prendere qualche minuto (o giorno, dipende dalla situazione) per pensarci su. In caso contrario è meglio decidere immediatamente e, soprattutto, agire di conseguenza, anche se si tratta di un’attività piuttosto articolata che richiede del tempo. Basta suddividerla in piccole fasi e procedere con il lavoro.

L’unico modo per iniziare a fare qualcosa è smettere di parlare e iniziare a fare.
Walt Disney

Ricorda: tutto dipende dal tuo atteggiamento.

Hai già messo in pratica questi suggerimenti? In quale altro modo è possibile aumentare la produttività?

8 consigli per lavorare al meglio con un interprete

Hai mai lavorato con un interprete?

Oltre a scegliere il professionista che ben si adatta alle tue esigenze per la combinazione linguistica, la specializzazione e il servizio di interpretariato richiesto, dovresti tenere a mente alcuni aspetti per lavorare al meglio con un interprete.

Se hai bisogno di un interprete professionista per una trattativa commerciale, un evento o una fiera di settore in cui incontrerai potenziali buyer o partner stranieri per internazionalizzare la tua attività, ti suggerisco di seguire questi consigli per facilitare il lavoro.

Prima dell’evento

1. Organizza un incontro con l’interprete finalizzato alla conoscenza reciproca e a trasmettere le informazioni necessarie allo svolgimento del lavoro. In questo modo ponete le basi per stabilire un rapporto di fiducia.

2. L’incontro con l’interprete dovrebbe avere luogo diversi giorni prima dell’evento di lavoro, affinché l’interprete abbia il tempo di prepararsi adeguatamente.

3. Illustra il programma della giornata e, se possibile, fornisci materiale di riferimento.

Durante l’evento

4. Stabilisci il contatto visivo con il potenziale partner straniero e parla direttamente a lui. Anche se non comprende la tua lingua, devi interagire con lui e non parlare soltanto con l’interprete, finendo di fatto per escludere il tuo interlocutore.

5. Usa un ritmo e un tono di voce adeguato.

6. Non parlare troppo velocemente.

7. Assicurati di fare frequenti pause per dare all’interprete il tempo necessario a memorizzare e tradurre le informazioni.

8. Non commettere errori di comunicazione interculturale che potrebbero compromettere la trattativa.

Al termine della trattativa commerciale, resta in contatto con l’interprete per comunicare il tuo feedback sull’evento. E non dimenticare di saldare la sua fattura.

Se sei soddisfatto dell’esito del lavoro, magari potresti contattare l’interprete anche in altre occasioni future e avviare una bella collaborazione.

Cosa ci insegna Samantha Cristoforetti

Samantha Cristoforetti ha realizzato il sogno di tutti noi. E al suo ritorno sulla Terra dopo 200 giorni nello spazio, non si può fare a meno di pensare a questo viaggio astrale condiviso con lei.

Da bambina volevo fare l’astronauta. Questo accadeva ancor prima di sapere cosa fosse la vocazione lavorativa, quando avevo circa cinque anni e non avevo ancora imparato a leggere e a scrivere, ma gli adulti facevano la solita domanda: “Cosa vuoi fare da grande?”.
Certo, in quel periodo si susseguivano risposte piuttosto diverse, ma l’astronauta era una possibilità che mi affascinava molto.

Sono sicura che quasi tutti abbiamo avuto questo desiderio. E anche se poi abbiamo cambiato idea, lo spazio lassù è sempre rimasto qualcosa di ammaliante.

Samantha Cristoforetti torna sulla Terra dopo aver trascorso 199 giorni e 18 ore nello spazio, battendo una serie di record dal 23 novembre 2014 all’11 giugno 2015.

Grazie alle sue doti di comunicazione sui social network, ci è sembrato di accompagnarla in questa lunga avventura. Samantha ha condiviso con noi il suo lavoro quotidiano a bordo dell’ISS e ci ha permesso di contemplare insieme a lei gli straordinari scorci della Terra vista dallo spazio.

Con i suoi tweet come @AstroSamantha durante la sua spedizione abbiamo imparato tanto da lei.
Perché Samantha Cristoforetti ci insegna a guardare il mondo da un’altra prospettiva.

Senza dubbio ha affrontato difficoltà importanti e duri allenamenti, ma ci ha mostrato che il duro lavoro alla fine premia e ti consente di realizzare i tuoi sogni. E ha fatto tutto questo mostrando sempre il suo sorriso, con ironia ed entusiasmo.
Anche quando il rientro di Samantha e dei suoi compagni di viaggio è stato posticipato di un mese, ha accolto con favore questo imprevisto.

E come lei ci ha mostrato nelle sue foto spaziali, non dobbiamo dimenticare quella meraviglia che ci permette di guardare il mondo con nuovi occhi.

Foto scattata da Samantha Cristoforetti

Foto scattata da Samantha Cristoforetti

Samantha è un’italiana esemplare, e non perché ha assaggiato il primo caffè espresso nella storia dello spazio con un esperimento per lo studio della dinamica dei fluidi. Samantha Cristoforetti ci rende fieri con le sue conoscenze tecniche, gli studi e l’esperienza, le notevoli competenze linguistiche e il suo modo di essere.

Impegno, condivisione, entusiasmo e quel senso di stupore che allaccia la nostra vita adulta al bambino con il naso all’insù che fa parte del passato: ecco Samantha, che voleva fare l’astronauta. E che ci ha insegnato che mirare alle stelle è possibile.

Cos’è la localizzazione? Te lo spiega Romeo Er Mejo der Colosseo

La localizzazione può essere un concetto complesso per i non addetti ai lavori. Allora cerco di darti una spiegazione chiara e semplice in proposito grazie a un personaggio che sicuramente conosci.

Parlo di Romeo, “Er Mejo der Colosseo”!
Romeo, l’irresistibile gatto randagio de Gli Aristogatti, è uno dei migliori esempi di localizzazione.

Nella versione italiana del classico Disney, il gatto si chiama Romeo, è italiano e la sua verve accattivante deriva soprattutto dal fatto che è romano. Con la sua parlata romanesca, Romeo ha conquistato tutti noi, ci ha fatto ridere da bambini e diverte ancora oggi.

Ma nella versione originale de Gli Aristogatti il fulvo gatto randagio si chiama Thomas O’Malley ed è un gatto irlandese.

Romeo è un esempio perfetto del processo di localizzazione, cioè un vero e proprio adattamento di un prodotto o servizio a una cultura o nazione diversa dall’originale.
Il target di riferimento nel nostro caso è rappresentato dai bambini italiani che guardano i film Disney. Mantenere il nome originale del gatto e la sua nazionalità irlandese non avrebbe fatto emergere la diversa estrazione sociale dei gatti protagonisti: da un lato Duchessa e i suoi micetti, gatti istruiti di una ricca signora, dall’altro il gatto randagio ed emigrato, fiero della sua vita di strada.

Così con l’adattamento e il doppiaggio italiano è stato fatto un ottimo lavoro. Mentre l’accento irlandese di Thomas contrasta con il leggero accento francese della sofisticata Duchessa, nella versione italiana questa differenza è sottolineata dall’italiano perfetto di Duchessa e dal dialetto romanesco di Romeo.

Quindi il bambino italiano riesce facilmente a capire ciò che differenzia i gatti proprio grazie alla localizzazione.

Tutto cambia già a partire dalla canzone che ci introduce Romeo “Er Mejo der Colosseo”, che in inglese diventa “Thomas O’Malley, The Alley Cat”.
Guardala qui sotto. Scoprirai anche l’intero nome del gatto (Abraham de Lacy Giuseppe Casey Thomas O’Malley). ↓