Quando non hai bisogno di un traduttore professionista

Può sembrare un paradosso, invece hai letto proprio bene. Vorrei aiutarti a capire quando non hai bisogno di un traduttore professionista.

Sì, sono una traduttrice professionista. No, il mio post non è un controsenso. È un modo per facilitarti le cose e non farti perdere tempo.

Due casi in cui non ti serve un traduttore professionista

1. Devi partecipare a un convegno, una fiera o una trattativa commerciale e hai bisogno di qualcuno che ti affianchi perché non hai le competenze linguistiche adeguate per interagire con chi non parla la tua lingua. Non ti senti sicuro del tuo inglese e hai paura di non capire e di non farti capire dall’interlocutore straniero.

Ebbene, non ti serve un traduttore. Ti serve un interprete.

Esiste una differenza sostanziale tra il traduttore e l’interpreta professionista che si riassume in un concetto molto semplice: il primo scrive, il secondo parla.

Quelli che senti nelle trasmissioni televisive non sono traduttori, bensì interpreti, anche se molti li chiamano impropriamente traduttori.

Quindi rifletti sul servizio di cui hai bisogno e contatta il fornitore più adeguato. 😉

2. Hai bisogno della traduzione di un catalogo prodotti, di un video, dei contenuti del tuo sito web, di un documento. Però non vuoi spendere troppo.

Il traduttore è un professionista e come tale va retribuito. Dato che si tratta di lavoro, non puoi aspettarti di pagare una cifra irrisoria e considerare ogni preventivo come troppo elevato.

La traduzione non è gratis, né su base volontaria. Perlomeno non il servizio offerto da un professionista. E se fai sul serio con la tua attività, è di un professionista che hai bisogno, non del conoscente che ha fatto una vacanza in Inghilterra e che traduce per hobby.

Probabilmente sei tu a non avere un budget adeguato. Se invece per te con la qualità non si scherza, ti consiglio di rivolgerti a un traduttore professionista perché il ritorno sull’investimento è innegabile: il profitto che ricavi dal servizio di traduzione è maggiore della spesa sostenuta.

Altrimenti gioca pure al ribasso. Però poi non lamentarti se il cliente straniero del tuo ristorante ride quando legge il menù, se nessun turista straniero sceglie la tua struttura ricettiva perché hai tradotto il sito con Google Translate oppure se all’estero nessuno acquista i tuoi prodotti.

Ti riconosci in una di queste due situazioni?

5 consigli sulla traduzione per chi gestisce una struttura ricettiva

Il turismo è uno dei settori di punta per l’Italia: l’affluenza riguarda città d’arte, borghi, siti Patrimonio dell’Unesco, località di mare e di montagna e tanto altro. Dato che le presenze dei turisti stranieri sono in costante crescita in tutta la penisola, i titolari di alberghi, villaggi turistici, bed and breakfast, campeggi, case vacanze, resort, comprensori sciistici e centri benessere farebbero meglio a essere preparati ad accoglierli al meglio.

Quali sono gli elementi e le informazioni fondamentali da fornire alla clientela straniera?

Uno staff poliglotta alla reception e al ristorante, il sito internet della struttura ricettiva, il menù del ristorante, il regolamento interno, i termini e le condizioni di prenotazione tradotti almeno in inglese.

1. Non solo l’inglese

L’inglese è la lingua imprescindibile in cui tradurre i contenuti di una struttura ricettiva. Ma sarebbe meglio fornire una traduzione in almeno tre lingue. Quali scegliere oltre all’inglese?

Ti lascio due suggerimenti per distinguerti dalla concorrenza:

  • Da quali Paesi provengono i tuoi clienti stranieri? Se la tua struttura è al confine con la Francia, probabilmente l’affluenza dei turisti francesi è notevole. Oppure arrivano soprattutto dalla Germania? In tali casi, il francese e il tedesco sono un’ottima opzione.
  • Punta sulle lingue orientali, dato che i turisti russi e cinesi aumentano sempre più in Italia, soprattutto nel segmento del lusso.
2. Email prima, durante e dopo la prenotazione

La corrispondenza con il potenziale cliente straniero è determinante: da potenziale potrebbe diventare un cliente effettivo e magari tornare più volte nella tua struttura. Pertanto la comunicazione multilingue deve essere curata al meglio, affidando la traduzione delle email a un professionista:

  • messaggi automatici (ma personalizzati il più possibile) al momento della richiesta di informazioni e della prenotazione
  • promemoria qualche giorno prima del check-in nella struttura ricettiva
  • richiesta di recensioni online e feedback dopo il soggiorno
  • auguri di compleanno/Natale/Anno Nuovo/Pasqua al cliente
3. Cura meglio la newsletter

Puoi inviare la tua newsletter tradotta a chi si è iscritto per ricevere tutte le novità sulla struttura. Puoi informare i clienti stranieri su offerte, sconti e promozioni per un soggiorno di minimo una settimana, per i Senior oppure in occasione di periodi particolari dell’anno, come un soggiorno in coppia nel periodo di San Valentino.

Un’altra novità da segnalare al cliente è il listino prezzi, ma potresti andare oltre per spiccare sui concorrenti: fornisci suggerimenti sui luoghi dei dintorni da visitare, sugli eventi più interessanti e sulle tradizioni del posto.

4. Materiali promozionali aggiornati e tradotti

Per inserire le novità della nuova stagione turistica, hai aggiornato il catalogo o la brochure della tua struttura ricettiva: nuove immagini di qualità, nuovi testi (magari scritti da un copywriter), nuove tariffe, impianti e periodi di apertura e chiusura.

Presenta una versione multilingue dei materiali promozionali in base alla clientela di riferimento.

5. Relazioni sui social con gli utenti stranieri

Oggi l’assistenza clienti avviene anche sui social network, soprattutto Facebook e Twitter. Instagram è il canale per eccellenza dove condividere le proprie vacanze, grazie alle migliaia di foto postate ogni giorno.

Quindi non trascurare la relazione con gli utenti stranieri sui social: rispondere ai commenti, interagire tramite chat, pubblicare contenuti e hashtag multilingue, nonché video sottotitolati in inglese. Evita la traduzione automatica e rivolgiti a un traduttore professionista.

Parla con il tuo pubblico usando la sua lingua e raccontando ciò che gli sta a cuore.
Jonathan Lister

Dietro le quinte

Uno dei motivi per cui ho sempre preferito la traduzione all’interpretariato è la possibilità di rimanere dietro le quinte: non mi piace sentirmi esposta in prima persona come deve fare un interprete, preferisco la visuale che si ammira nel backstage.

Dietro le quinte di un teatro si svolgono attività indispensabili e invisibili: gli attori si preparano ad andare in scena, i macchinisti e i fonici sistemano eventuali apparecchiature, i costumisti contribuiscono ai cambi d’abito tra una scena e l’altra…

Il pubblico non deve vedere ciò che accade nel retroscena, ossia le attività preparatorie: assisterà allo spettacolo, il momento culminante di un lavoro che dura giorni, mesi, settimane.

Il risultato definitivo, ossia l’opera mostrata al pubblico, è frutto di un lavoro del singolo che confluisce nel lavoro di gruppo.

Per un’azienda, accade la stessa cosa.

Prima di lanciare un nuovo prodotto, il lavoro dietro le quinte è fondamentale. Progettare, realizzare un prototipo e poi il prodotto definitivo è una fase essenziale a cui si aggiungono altre tappe necessarie a presentare il prodotto finito: la scrittura delle descrizioni prodotto, le foto e l’impaginazione del catalogo, la cura del packaging, lo spot per la campagna pubblicitaria, il comunicato stampa e la newsletter che presentano la novità, fino al lancio effettivo, magari in occasione di una fiera.

Quante persone lavorano in questo processo? Tante. E il traduttore professionista è una delle figure che partecipano alla produzione.

Come? Traducendo i contenuti scritti per renderli accessibili a una platea più vasta.

La traduzione è proprio una di quelle attività preparatorie che avvengono dietro il sipario, che il pubblico non può e non deve vedere. La traduzione deve rimanere invisibile agli occhi del pubblico, ossia il lettore, il cliente, il turista, l’utente che sta leggendo un testo tradotto nella sua lingua: sfoglia una brochure turistica che gli presenta una destinazione all’estero dove trascorrere le vacanze, visita il sito web di un hotel per un soggiorno invernale in montagna, legge il comunicato stampa di una campagna promozionale che presenta una nuova collezione di moda.

Cosa c’è sul palco, al centro della scena, sotto i riflettori, davanti al pubblico multilingue che lo guarda? Il tuo prodotto, il tuo sito web, la tua struttura ricettiva, la tua collezione…

Eccolo lì, il traduttore. Dietro il sipario, in silenzio, mentre osserva l’opera in svolgimento che ha contribuito a realizzare.

A volte il testo da tradurre non basta

Quando il cliente chiede il preventivo per una traduzione, è essenziale che il traduttore possa prendere visione del testo da tradurre. Pertanto è sempre meglio inviare il documento integrale in allegato.

Talvolta potrebbe bastare un estratto, ma è sempre meglio di niente.

Come traduttrice freelance, non accetto mai progetti a scatola chiusa. Ho bisogno di consultare il testo da tradurre per verificare una condizione essenziale: rientra fra le mie competenze?

Nello specifico, la traduzione di cui dovrò occuparmi deve soddisfare queste due condizioni:

Però a volte il testo da tradurre non è sufficiente: il traduttore ha bisogno di altro per contestualizzare il tutto.

Un aiuto fondamentale arriva da guide di stile, eventuale glossario e terminologia già approvati dal cliente.

Traduzione e localizzazione di una piattaforma

Se bisogna tradurre e localizzare i contenuti di una piattaforma online, sarebbe meglio fornire accesso provvisorio al traduttore. Infatti potrebbe trattarsi di una piattaforma privata a cui si accede soltanto registrandosi perché ciascun utente avrà un account a disposizione.

Come si fa a capire dove saranno inseriti i testi da tradurre? Si tratta di un pannello di controllo?

Call to action, voci di un moduli da compilare, barra e menu di navigazione sono soltanto alcuni elementi che potrebbero creare problemi se il traduttore non ha la possibilità di visualizzare il modo in cui sono disposti i contenuti da tradurre in ciascuna pagina.

L’importanza delle immagini

I sottotitoli

Il video è imprescindibile per tradurre i sottotitoli di un film, una serie tv o un documentario in italiano. La precisione e l’accuratezza dei sottotitoli dipendono dalle immagini di riferimento per chiarire eventuali ambiguità. Ad esempio, quando si traduce dall’inglese o dal francese, si pone la spinosa questione della traduzione di “you” o “vous” in italiano: grazie al video posso capire se chi pronuncia una battuta e utilizza “you” o “vous” si riferisce a un solo interlocutore che ha di fronte o a più persone. In molti casi si può dedurre dalla narrazione, in altri l’ambiguità resta.

Le descrizioni prodotto

Quando si traducono i contenuti di un sito e-commerce, le immagini aiutano il traduttore. Pertanto è sempre meglio poter vedere le immagini che accompagnano le descrizioni prodotto: capi di abbigliamento, articoli di pelletteria, accessori come borse, cappelli e scarpe… Nell’ambito della moda (e non solo) l’immagine consente di fare luce sui dettagli degli articoli tradotti.

Guide turistiche, brochure e itinerari di viaggio

Le immagini sono un ausilio prezioso anche in ambito turistico. Nella traduzione dei contenuti di questo settore, spesso ci sono passaggi con descrizione di monumenti, castelli e chiese. Ma anche specie vegetali, come in una traduzione relativa ai giardini ornamentali. Guardare le immagini dei luoghi descritti – e sognare a occhi aperti 🙂 – aiuta l’immaginazione ed è un supporto alla creatività.

Alcuni spunti dopo La Giornata del Traduttore

Il 20 ottobre ho partecipato al convegno La Giornata del Traduttore nella splendida Pisa. Una delle cose più belle che ho portato a casa è la gioia di aver conosciuto di persona traduttori e traduttrici con cui ho interagito virtualmente in questi anni. Perché confrontarsi e relazionarsi dal vivo è un’esperienza di altro livello.

La giornata di formazione è stata stimolante anche dal punto di vista dei contenuti. Il tema di questa edizione: “Riscrivere il futuro: traduzione e scrittura specialistica nelle professionalità emergenti”. Il convegno ha sottolineato l’importanza del traduttore professionista nella scrittura di testi specialistici, che vengono adattati a un contesto culturale, a un mezzo specifico o una nicchia di lettori.

Oltre agli interventi dedicati alle reti neurali artificiali, ai colori che racchiudono mille significati e alle traduzioni ottimizzate in ottica SEO grazie a un lavoro oculato sui motori di ricerca, il convegno ha dedicato ampio spazio alla traduzione e all’editing di testi giornalistici con Alberto Notarbartolo, Vicedirettore di Internazionale.

A differenza del linguaggio pomposo e retorico molto diffuso, quest’ultimo consiglia di prediligere termini semplici, il che non significa appiattire il testo, bensì evitare di dare per scontato che il lettore sappia di cosa stiamo parlando.

Basta ammiccamenti al lettore

Apro una parentesi su una tendenza ormai diffusa un po’ ovunque, dalle testate giornalistiche ai contenuti di blog e articoli di settore. Si utilizza spesso un tono molto amichevole, sfoderando per forza un tocco di ironia.

Ma gli ammiccamenti al lettore, l’ironia forzata e i testi scritti in modo irriverente non vanno bene per tutti. Dipende dal lettore (ad esempio, è un sessantenne o un millennial?), dal mezzo, dal settore e da tanti altri fattori che influenzano la scelta del tono di voce e dello stile.

Niente spiegoni, ma occorre chiarezza

gdtradInoltre l’approccio consigliato è utile anche nel lavoro di un professionista. Non è detto che un potenziale cliente che cerca un traduttore professionista sappia cosa sia la transcreation, invece può essere proprio il servizio che sta cercando.

A proposito: la transcreation è la traduzione creativa di un testo adattato alla cultura locale, per trasmettere il concetto in un contesto socio-culturale diverso conservando la forza e l’impatto emotivo del messaggio originale. La transcreation riguarda ad esempio gli slogan ed è utilizzata nelle campagne pubblicitarie.

Oppure pensa ai termini tecnici utilizzati in ambito fiscale. Il tuo commercialista è chiaro quando comunica con te oppure ti perdi nel suo linguaggio tecnico?

Il dentista, l’avvocato… insomma, i professionisti che non interagiscono con i colleghi, bensì con i clienti, devono utilizzare un linguaggio chiaro e preciso. (Hai fatto caso al verbo che hai appena letto? Ho scritto “interagiscono” e non “interfacciano”, un verbo che riempie la bocca di molti ma che significa semplicemente “comunicare”).

Quindi è meglio evitare termini ambigui, anglicismi inutili o peggio, l’inglese farlocco, e puntare alla chiarezza e alla precisione.

Del resto il fine della comunicazione è lo scambio tra più interlocutori, orale o per iscritto: non è un monologo, bensì un processo interattivo.

Che ne pensi?

 (Credits: La foto in apertura è di Angela Stelli)

Perché affidarsi allo stesso traduttore professionista

Quando collabori con un traduttore professionista per la prima volta, crei una relazione di fiducia reciproca.

Il preventivo, il lavoro consegnato con puntualità, la fattura e il pagamento sono soltanto quattro passaggi che fanno parte di un rapporto più articolato e stimolante sia per il fornitore che per il cliente.

Se vuoi internazionalizzare la tua attività, sai che parte del lavoro consiste nel presentare una versione multilingue del materiale promozionale della tua azienda:

  • il sito web aziendale
  • le descrizioni prodotto
  • i cataloghi
  • i contenuti dei social
  • la newsletter

Il tuo obiettivo è promuovere la tua attività, i tuoi prodotti e/o servizi anche all’estero?

Il traduttore professionista ti aiuterà in questa impresa. Dovresti rivolgerti a un traduttore specializzato nel settore del marketing, visto che i traduttori professionisti non sono tuttologi, bensì si specializzano in determinati settori.

Dopo il briefing iniziale, un altro passaggio da non trascurare è l’invio di materiale di riferimento, come i glossari e la guida di stile. Se li hai a disposizione, è fondamentale inviarli al traduttore, che seguirà le istruzioni per garantire la coerenza stilistica e terminologica dei tuoi contenuti.

Alla fine del lavoro, il cliente soddisfatto tende ad affidarsi nuovamente allo stesso traduttore professionista per altri incarichi.

Potresti essere tentato a scegliere un fornitore che applica tariffe più basse, ma in questo modo correresti diversi rischi. Ad esempio, dovresti ricominciare il processo di ricerca dall’inizio, dalla richiesta di preventivo all’invio del materiale di riferimento, allungando le tempistiche (che, confessa, sono sempre molto ridotte).

Oltre alla qualità della traduzione, ricorda altri fattori. Il traduttore a cui ti affidi:

  • diventa la voce del tuo brand. E non puoi cambiare voce in continuazione, andando a scapito dell’uniformità di stile dei tuoi contenuti;
  • assicura la coerenza della terminologia utilizzata da un incarico all’altro;
  • acquisisce una familiarità crescente con i tuoi contenuti, i tuoi prodotti e la tua azienda.

Lavoro come traduttrice freelance dal 2014 e, collaborando con alcuni clienti ormai da anni, è inevitabile provare empatia nei confronti dello sviluppo della loro attività: i traguardi raggiunti, la crescita all’estero, i successi da loro ottenuti mi gratificano, perché ho dato il mio contributo e li aiuto a raggiungere i risultati che desiderano per l’espansione della loro attività.

Si tratta di un rapporto vincente: grazie al traduttore professionista, raggiungi nuovi mercati, contatti un numero maggiore di utenti, aumenti il numero di clienti e le vendite dei tuoi prodotti all’estero.

Quando si collabora, i successi intellettuali di una persona stimolano la passione e l’entusiasmo degli altri collaboratori.

Alexander Von Humboldt

Desideri un preventivo per una traduzione? Ecco qualche dritta

In questi anni di lavoro come traduttrice freelance, ho ricevuto richieste di traduzione di tutti i tipi. Persino da una lingua di lavoro che non mi compete, ossia il tedesco.

Infatti, malgrado le informazioni disponibili sul sito web del singolo traduttore freelance, talvolta il potenziale cliente (che ha sempre fretta), sorvola su alcuni dettagli che comportano tempistiche più lunghe anche solo per inviare un preventivo, perché il traduttore ovviamente chiede ulteriori dettagli per elaborare una stima su misura.

Il motivo?
La richiesta di traduzione fin troppo generica.

Ti faccio un esempio.

Ho bisogno di un preventivo per una traduzione piuttosto urgente di 20 pagine. Mi potrebbe dire tempi e costo?

Nella richiesta c’è qualcosa che non va: mancano le informazioni fondamentali.

Le combinazioni linguistiche

In quale lingua è scritto il testo da tradurre?
Io lavoro dall’inglese e dal francese all’italiano, quindi non accetto richieste dallo spagnolo o dal tedesco, ad esempio. Al massimo potrei suggerire alcuni colleghi traduttori che lavorano con altre combinazioni linguistiche.

Invia il file da tradurre in allegato

Questo elemento è trascurato spesso, ma è un fattore fondamentale. Se non mi dici qual è l’argomento della traduzione, come posso aiutarti? Idealmente dovrebbe rientrare nelle mie specializzazioni e, se hai contattato proprio me, significa che sai di quali si tratta.

Inoltre è necessario inviare il testo da tradurre al traduttore freelance affinché possa proporti un preventivo come si deve, che include il calcolo delle parole (o delle cartelle) da tradurre e la tariffa applicata, che dipende dalla complessità del testo, nonché dalla lunghezza, dal formato del file di partenza e da un altro elemento essenziale. Cioè…

La data di consegna

“Urgente” è una parola ricorrente nelle richieste di traduzioni. Ma è talmente ricca di sfumature che potrebbe significare: per oggi, per domani, per ieri, entro la settimana, per l’inizio della prossima settimana, ecc.

Se nella tua richiesta specifichi la data in cui vorresti ricevere la traduzione, semplifichi la vita del traduttore. E la tua. Perché il traduttore potrà presentarti un preventivo su misura rispettando i tempi richiesti.

Insomma, noi traduttori freelance abbiamo molte competenze, ma purtroppo non sappiamo leggere nel pensiero.

Quindi se hai bisogno di una traduzione, tieni a mente questi elementi che non devono mancare nella tua richiesta di preventivo ed eviterai perdite di tempo… soprattutto per te. 😉

Il francese, una storia d’amore

Il 20 marzo si celebra la Giornata Internazionale della Francofonia, che mira a valorizzare la cultura francofona e la lingua francese nel mondo.

Ti segnalo giusto un paio di dati significativi:

  • Il francese è la quinta lingua più parlata del mondo
  • Nel mondo ci sono 274 milioni di francofoni

Ma patrie, c’est la langue française.
Albert Camus

Insieme all’inglese (e ovviamente all’italiano, la mia lingua madre), il francese è la mia lingua di lavoro. Ed è una lingua che amo profondamente alla pari dell’inglese.

Tra marketing, turismo e moda, ogni giorno leggo, analizzo e traduco testi nella mia madrelingua per clienti che, guarda caso, sono per la maggior parte francesi.

Spesso noto un certo pregiudizio nei confronti di questa lingua e cultura da parte di chi mi circonda: il francese non piace a tutti, c’è chi lo ritiene simile all’italiano ma in verità troppo difficile da capire, chi rimane bloccato nella grammatica complessa, chi mastica il francese scolastico e chi preferisce trincerarsi nel cliché “i francesi sono snob”.

Quante volte si parla male dei parigini che non sono disponibili nei confronti dei forestieri? Ecco l’immagine diffusa: il forestiero chiede informazioni e il francese finge di non capire o si rifiuta di parlare inglese. Detesto questo stereotipo perché è tipico di noi italiani che dovremmo essere gli ultimi a tacciare i francesi di arroganza, visto il pessimo livello generale nelle lingue straniere.

Del resto, un forestiero che chiede informazioni a un romano non si trova generalmente di fronte a barriere linguistiche insormontabili? Quanti saprebbero rispondergli in inglese e non in italiano?

Insomma, questo atteggiamento superficiale mi fa pensare all’ostilità calcistica Italia-Francia. Essendo adulti, potremmo avere una maggiore apertura mentale, non credi? 🙂

Dopo essermi tolta questo sassolino dalla scarpa, vorrei raccontarti la mia storia d’amore con la lingua francese.

Tutto è cominciato a scuola, quando lo studio del francese alle elementari è stato il mio primo approccio con le lingue straniere. Ero la bambina che si applicava con maggiore entusiasmo nei confronti di questa lingua, di cui adoravo il suono, la pronuncia, la magia delle parole che non capivo e che poi assumevano un significato. Una caccia al tesoro, una caccia al senso e una ricerca linguistica che un giorno sarebbero diventate il mio pane quotidiano.

La scuola media è stata l’occasione di scoprire l’inglese, che ho affiancato al francese anche al liceo linguistico e all’università.

Mi piaceva andare oltre ciò che imparavo nelle cinque ore di frequenza e così le gite scolastiche, le certificazioni linguistiche e i soggiorni all’estero sono stati l’occasione di toccare con mano la lingua vera, quella che esiste oltre i testi scolastici: gli insegnanti madrelingua, i parigini, i monumenti, i negozi, i musei, i viaggi. Un universo così vivido che mi ha fatto perdere la testa per la musicalità della lingua, l’eloquio rapido e la raffinatezza che mi ispira il francese.

Mi sono innamorata della cultura francese anche con la letteratura. Uno dei primi approcci è stato Notre-Dame de Paris di Victor Hugo e lo splendido musical che ha rapito il mio immaginario da ragazzina quando, oltre alla versione italiana di Riccardo Cocciante, ho perso la testa per la versione originale in francese.

A 18 anni ho avuto una vera e propria folgorazione per Albert Camus, che ancora oggi è il mio scrittore preferito, su cui ho poi basato la tesi di laurea in Mediazione Linguistica.

E negli anni in cui ho scoperto il cinema francese, ho cementato il mio amore per questa lingua e cultura all’università: traduzioni, potenziamento della grammatica, terminologia specialistica, storia della lingua e letteratura francese e una splendida docente francese che mi ha trasmesso un’etica professionale inestimabile.

Oggi mi ritengo privilegiata nel lavorare con il francese e con clienti che sono fieri della loro lingua. Pensa che i francesi traducono tutto, francesizzano praticamente ogni termine straniero. Invece noi abbiamo un tale servilismo nei confronti dell’inglese da introdurre anglicismi e inglese maccheronico quando parliamo e scriviamo.

Insomma, sarebbe meglio scendere dal piedistallo con cui si giudicano i francesi per la loro altezzosità o distacco. Il metro di misura? La socievolezza e l’espansività sono tipici della nostra cultura, ma il comune denominatore tra le due culture è il rispetto. Che per i nostri cugini è una certa riservatezza e cortesia manifesti in quel “vous” ampiamente diffuso, a differenza del nostro darci del tu con maggiore frequenza.

Paese che vai… 😉

Sage est le juge qui écoute et tard juge
(Saggio è il giudice che ascolta e tardi giudica)

Il traduttore freelance è solitario o solidale?

Il traduttore è il professionista solitario per eccellenza oppure è votato alla condivisione con gli altri?

Provo a dare una risposta con una metafora tratta dal mio adorato Albert Camus il cui pensiero è articolato nell’apparente opposizione tra solitaire e solidaire, due concetti che in realtà si completano sottolineando il ruolo del singolo nella comunità.

Il traduttore è un essere invisibile, spesso considerato come una figura appartata e riservata nella solitudine della sua attività.

Ma è davvero così?
Può sembrare un’immagine romantica, ma analizziamola meglio.

Il traduttore freelance lavora da remoto, in genere da casa.

Come libero professionista, è un lavoratore indipendente che si occupa di progetti commissionati da diversi clienti.

Può essere una professione piuttosto solitaria, soprattutto secondo l’immagine diffusa del lavoratore solo soletto nel suo studio che macina parole al computer. È sempre sotto consegna, ha poche interazioni nel corso della giornata in virtù dell’assenza dei colleghi dei tradizionali lavori d’ufficio.

Il traduttore freelance interagisce essenzialmente con gli eventuali conviventi (genitori/partner/figli) che condividono i suoi spazi, oppure in modo virtuale.

In quanto freelance, può lavorare dove vuole e quando vuole.

Ma è proprio vero che il traduttore freelance è un lavoratore solitario che lavora fuori dai normali orari di lavoro?

Direi di no. Perché i clienti del traduttore seguono gli orari d’ufficio e il traduttore freelance deve essere reperibile in quegli orari per la corrispondenza con i clienti, le email, i preventivi, le consegne e quant’altro.

Certo, può lavorare anche alle 20:00 mentre in azienda la giornata si è conclusa, talvolta fino a tarda notte o a partire dal mattino presto. Da un lato si tratta di abitudini poco salutari se portate avanti a lungo termine, perché è importante staccare. Senza dubbio può capitare per gestire un’urgenza o diversi progetti contemporaneamente, ma deve restare un’eccezione. E d’altro canto come si fa a non seguire orari specifici per organizzare la propria giornata?

Trattandosi di una professione per cui l’organizzazione e l’autodisciplina sono essenziali, non ci si può alzare al mattino senza mettere in pratica un minimo di routine lavorativa.

Non esistono traduttori che lavorano improvvisando. Intendo i professionisti, quelli che fatturano e il cui reddito dipende dalla traduzione, non gli hobbisti o chi traduce occasionalmente per arrotondare.

Chi non ama lavorare da casa e preferisce “fare cose e vedere gente”, sceglie un coworking, cioè uno spazio condiviso dove incontrare altri professionisti.

Il traduttore solitario e solidale

In realtà, la traduzione è un’attività che poggia sulla solitudine del singolo e lo rende un essere solidale, partecipe della comunità, grazie al suo lavoro. Perché il traduttore rende possibile la comunicazione ostacolata dalle barriere linguistiche, diventando un traghettatore di messaggi e facilitando lo scambio tra più individui. Quindi è una professione che contribuisce in modo determinante alla collettività.

E poi c’è il networking, la creazione di una rete di contatti tramite incontri in carne e ossa e chat con gli altri traduttori, gli scambi su Skype, i momenti di formazione e di collaborazione fra traduttori, le videoconferenze con i clienti. E il traduttore che ha clienti nella zona fa loro visita e va a trovarli direttamente in azienda.

Insomma, non pensare al traduttore come a quel poveretto che traduce a lume di candela nel buio di una stanza nel cuore della notte. Non esiste. Il traduttore freelance è una parte attiva della comunità.

Come dico sempre: Traduco, ergo sumus. Traduco, dunque siamo.

Equilibrio e crescita: cosa insegna il fattore tempo

Il tempo è sottovalutato. E se c’è una cosa che ho imparato quest’anno è proprio questa: non si può dilatarlo all’infinito per inserire tutte le incombenze di cui devi occuparti, ma occorre fare delle scelte e metterle in pratica con responsabilità.

Lavorare il fine settimana o la sera: ma anche no.

Può capitare occasionalmente, ma non deve diventare una routine. L’ho imparato sulla mia pelle, quando a inizio anno ne ha risentito anche la salute psico-fisica: stress a non finire, lavoro ininterrotto per settimane, sere e weekend inclusi, senza mai riuscire a staccare, traduzione dopo traduzione.

Cosa ho imparato: Non trascurare la salute! L’equilibrio fisico è fondamentale tanto quanto quello mentale. Il riposo è essenziale. Dire di no lo è altrettanto. Perché il sovraccarico può compromettere la salute e tante altre cose. Allora ho detto basta alla collaborazione con alcuni clienti che non sembrano capire che il traduttore non è una macchina e che non può essere vigile e scattante e pronto ad accettare un progetto anche alle 22:00.

Non controllare la posta elettronica a qualsiasi ora.

Se sono sul Frecciargento di venerdì mattina perché sto andando a Roma, ho già segnalato la mia assenza ai clienti da diversi giorni. Quindi non devo pensare a potenziali incarichi che potrebbero giungere proprio in quelle ore.

Ed è successo, ovvio. Quante volte ti è capitato che, proprio quando comunichi di non essere disponibile in determinati giorni, i progetti fioccano come se non ci fosse un domani?

Non so spiegare questo paradosso, ma è reale. E se in passato era inevitabile dare una sbirciatina alla posta elettronica pensando “magari c’è un’urgenza o è una questione di minuti, che male c’è?”, oggi la penso in modo diverso. Perché dopo aver segnalato la mia assenza al cliente, mi aspetto che venga rispettata. Se mi propone comunque un progetto proprio in quelle ore o in quei giorni in cui sa che non sono disponibile, la percepisco come una mancanza di rispetto. Del resto al cliente non piacerebbe essere importunato per questioni di lavoro di domenica, durante una gita fuori porta con la famiglia, vero?

Cosa ho imparato: È meglio godermi il viaggio in treno o il giorno di riposo o la vacanza e non controllare le email. Se ho specificato che non sono disponibile il giorno X, non accetto incarichi. Punto. E leggo la posta elettronica quando torno operativa. È stato difficile, ma è un punto su cui ormai non transigo.

Produttività, equilibrio e Sheila

È difficilissimo dire di no quando sto lavorando a diversi progetti e si presentano altre proposte interessanti. Ma talvolta bisogna farlo, perché è praticamente impossibile gestire millemila traduzioni, consegne che si accavallano e avere anche il tempo di riposare gli occhi dal computer. Così do al cliente il nome di un traduttore che potrebbe occuparsi di quel progetto che devo rifiutare: in questo modo fornisco comunque una soluzione e ho la possibilità di fare una piccola gentilezza a un collega.

Cosa ho imparato: La qualità del proprio tempo deve essere valorizzata, perché esiste altro che richiede la tua attenzione oltre al lavoro: gli affetti, la famiglia, i tuoi interessi e passioni.

Sheila

Sheila

Da quando quest’anno Sheila è entrata nella mia vita, ho imparato a impiegare il mio tempo in modo più produttivo e consapevole. Se a un certo punto stacco per dedicarmi a lei, riesco a farlo perché porto a termine ciò che ho stabilito, senza lasciarmi distrarre da attività trascurabili e che rubavano il mio tempo.

Il principio è più o meno quello seguito da chi ha figli: la cura e la dedizione nei loro confronti non possono essere rimandati. Quindi non si può procrastinare, ma occorre riuscire a organizzare le proprie attività con disciplina e senza dimenticare che l’imprevisto è dietro l’angolo.

Così cerco ogni giorno di valorizzare ogni minuto di lavoro e di pausa, abbracciando l’idea che conciliare le parole equilibrio e crescita è possibile. Eccome se è possibile!